Le due metà del cielo High-End




Hovland HP100 | Radia




L'annoso dilemma: 'valvole o transistors' può essere tecnicamente argomento di pura accademia, ma sonicamente e ai massimi livelli prestazionali questa opzione ha ancora i suoi validi motivi, fatti di pro&contro per ambedue le tecnologie. E se scegliessimo entrambe le due metà del suono High-End?






Hovland è un nome relativamente nuovo per l'Italia e, se pur non inedito, alla maggioranza degli audiophili nostrani suonerà sconosciuto. Sconosciuto non è però sinonimo di 'esordiente' o di 'secondario'; dietro questo marchio si cela una formidabile realtà produttiva che ha nella cifra della progettualità e della costruzione, due elementi originali di straordinaria importanza.

Californian Dreams
Californiana di Los Angeles, Hovland esiste da oltre vent'anni con un background di conoscenza ed esperienza ancora più datato. La sua fama di (grande) costruttore di elettroniche audio è stata preceduta dalla qualità propria componentistica (condensatori film & foil MusicCap), estesamente utilizzata ed apprezzata da altri costruttori High-End, come da tweakers di alto bordo. Le elettroniche, amplificazioni in special modo, sono frutto di una lunghissima gestazione progettuale, continuamente suffragata da sperimentazione sul campo (laboratorio e sala d'ascolto), quindi traslato in prassi tramite una maniacalmente accurata costruzione manuale delle singole parti. Il tutto è poi vestito in modo acconcio, miscelando nel look e nella forma la sensazione di autorevolezza, esclusività, pratica eleganza con un pizzico di trasgressività (il plexiglas) che ne rappresenta la genialità originale dietro il pur talentuoso esercizio tecnico.
Bob Hovland ha progettato e costruito le proprie creature per raggiungere l'ambizioso traguardo di coniugare in un'unica soluzione: 'Passion, Truth, Inspiration, Precision, Beauty'. Una 'mission' da far tremare i polsi, ma Bob ha le spalle larghe dell'americano che sogna in grande, e cosa c'è di più stimolante per un audiofilo di un 'american-audio-dream' divenuto realtà? Già solo a vederle, con quei pannelli squadrati senza incertezze, le dimensioni importanti, il quasi libidinoso feeling meccanico trasmesso dall'azione delle monumentali manopole (nessun telecomando potrai mai trasmettere questa sensazione di 'chirurgica' precisione), i led azzurrini da hi-fi d'epoca, le elettroniche Hovland infondono un senso di possente, sobria ed incrollabile personalità.


Sinergia totale
La linea attualmente in distribuzione in Italia è modulata su due modelli di preamplificatore - HP100 e HP200 - disponibili in tre versioni (solo linea, phono MM e phono MC), e due modelli di finali di potenza, uno stereo - il Radia - ed uno monofonico, lo Stratos. La coppia prescelta per cominciare a tracciare un profilo identificativo dei prodotti Hovland è quella composta dal pre HP100 con stadio phono MC e dal finale stereo a stato solido Radia.

Il pre HP100
Il pre HP-100 è disponibile in catalogo in tre differenti versioni, stadio linea, phono MM e phono MC. Quello in nostro possesso è la versione MC e per l'ascolto di cui di seguito daremo nota è interfacciato ad una testina Denon DL103R montata su giradischi ProJect RPM-10. L'HP-100 è fornito di nove ingressi ed utilizza, come è lecito aspettarsi, la migliore componentistica passiva disponibile e - nei punti cruciali per il risultato acustico - si impiegano i condensatori di 'famiglia' MusicCap. Il comando del Volume è costituito da un attenuatore stereo a resistenze con contatti in argento a 31 posizioni con passi da 2 decibel. La 'firma' Hovland la ritroviamo nel cablaggio interno del segnale di alto livello, realizzato con cavo schermato in argento Generation 3, mentre quello dello stadio phono fa uso del Music Groove 2. Lo chassis è un monoscocca all'interno del quale sono disposte, isolate l'una dall'altra, le tre schede circuitali principali. In questa configurazione è ridotto al minimo il rischio di interazioni o influenze di origine magnetica e/o elettrica. Anche lo stadio di alimentazione impiega componentistica custom-made per il trasformatore e - ovviamente - i condensatori. Le valvole impiegate sono due 12AX7, una 12AU7 per lo stadio linea; 2 AX7 e una 12AT7 per lo stadio phono.

Il finale stereo Radia
Nonostante i finali di potenza appaiano spesso esteticamente meno stimolanti dei pre, in questo caso il Radia fa eccezione, con il suo bel frontalone in perspex color ghiaccio retroilluminato da una lieve luminosità blu che lo rende simile ad un miraggio artico. Al centro del pannello, un inserto in metallo gli conferisce quel tocco di autorevolezza che non può mancare ad un power-amp d'eccellenza. La costruzione è dual-mono, con una sezione di alimentazione allo stato dell'arte costituita da componentistica totalmente realizzata a mano., con trasformatori sovraddimensionati, condensatori ultraveloci, e diodi rettificatori Schottky. A differenza del pre, il Radia è un disegno a stato solido a simmetria totalmente complementare con stadi di ingresso a J-Fet e transistors d'uscita bipolari a contenitore metallico TO-3. La potenza di uscita è di 125 watt per canale su 8 ohm, che diventano 200 su un carico di 4. Dati puramente indicativi, essendo la musica un evento in continua, rapidissima evoluzione ricca di varianti di ogni tipo.

Note di ascolto
Controllori rigidi e severi del comportamento sul campo della coppia Hovland HP-100 MC / Radia sono i Bowers & Wilkins Signature Diamond, diffusori di sovrana trasparenza ed umanissima analiticità, ma prive della protervia chirurgica di taluni modelli concorrenti che scambiano l'enfasi del medio/alto per effettivo potere risolutore.
Questa stessa dote la si ritrova nelle elettroniche Hovland, con le quali palesano più di un'affinità elettiva, come una totale, pressochè 'magica' sinergia acustica, dove la migliore calligrafia del suono audiophile è interamente e meravigliosamente posta al servizio del messaggio musicale. Questo impagabile frutto - non preventivabile in questa entità ed efficacia a priori, ma solo sulla carta per sovrapponibili intenti progettuali - trova la sua conferma, ed in alcuni frangenti della Prestazione anche il suo trionfo, nelle ambizioni, nella felicità delle scelte progettali e costruttive, nelle peculiarità estetico/funzionali che rendono questi prodotti visivamente inequivocabili ancor prima di esserlo nell'ascolto, che va fatto in condizioni ottimali per sistema, software ed acustica ambientale.

Conclusioni
Una nota finale, quasi un aneddoto, però significativo per gli amanti della musica, ancor prima dell'audio d'eccellenza: pur incarnando due rappresentanti della massima qualità/tecnologia hi.fi mondiale, questa abbinata Hovland/B&W si è dimostrata soavemente indulgente anche nell'ascolto di dischi semplicemente commerciali, quelli che compriamo tutti noi, 'music-lovers', estraendo da essi l'anima, l'essenza più vitale e coinvolgente del loro contenuto. Un dono questo che può avere una valenza inestimabile per molti appassionati, in special modo i collezionisti di dischi. Non vi resta che provare di persona prendendo appuntamento con un centro dimostrativo Hovland/B&W. E non dimenticate i vostri dischi.