Chi può ...deve.




Jeff Rowland Synergy IIi + Model 312




Jeff Rowland è uno tra i geni incontrastati a livello mondiale nella progettazione e realizzazione di amplificatori senza compromessi. Acuto e creativo, negli oltre vent'anni di carriera, ha saputo sempre rinnovare i propri prodotti, sperimentando soluzioni geniali che gli hanno fruttato grande stima, a tutti i livelli.






Le elettroniche a firma Jeff Rowland si discostano profondamente da quelle più commerciali. Esse, infatti, un po' come avviene nel mondo dell'orologeria di manifattura di alto livello, vengono progettate e costruite interamente a mano. Il deus-ex-machina di questi gioielli, Jeff Rowland in persona, profonde in ogni sua 'creatura' tutte le energie vitali di cui dispone, che unite alla sua innata creatività, gli permettono di dare vita a degli oggetti unici, che corrispondono prima di tutto al suo gusto, personale. Di queste elettroniche, e del loro modo di interpretare la musica, di solito ci si innamora perdutamente; l'amatore, l'appassionato, colui che può permettersele, le sceglie in base alle emozioni che gli suscitano, e per ciò che l'insieme, compresa l'estetica, la tattilità, ma prima di tutto il suono, gli trasmettono. Le elettroniche di Jeff sono quindi fortemente caratterizzate, si riconoscono, sono le 'sue' elettroniche, è il 'suo' suono. Così come 'è' il suono di un pianoforte Steinway, è 'quel suono', diverso da quello di uno strumento più commerciale che gli si avvicina molto, purtroppo senza eguagliarlo. Questa è poi la differenza, a molti incomprensibile, che c'è tra un Pre-Finale di grande livello, e questi pezzi 'quasi unici'. Dal punto di vista sonoro le diversità tutto sommato non sono poi così eclatanti, ma ci sono. E questo è uno di quei casi in cui a poca ma significativa distanza qualitativa, corrisponde una sproporzione economica notevole.

Pre e finale
L'accoppiata in prova consta di un preamplificatore, il Synergy IIi e un finale, il Model 312. Il primo, in catalogo già da diverso tempo, ha conosciuto tre aggiornamenti nel corso degli anni, pur rimanendo sostanzialmente lo stesso dal punto di vista sonoro. Il finale, invece, il Model 312, di nuova introduzione, è l'aggiornamento del Model 302, ed è capace di erogare ben 500W per canale contro i 'soli' 300W di cui era capace il suo predecessore.
Ciò che accomuna tutte le elettroniche Jeff Rowland è una estetica davvero originale e che non è difficile definire splendida. Colpisce il particolare modo di spazzolare l'alluminio per linee parallele utilizzato da Jeff Rowland, e che dona alla superficie dei suoi apparecchi una sensazione di tridimensionalità unica. Tattilmente il piacere è incomparabile, e il fatto che i cabinet degli apparecchi siano in alluminio massiccio, dona una ulteriore sensazione di solidità e matericità al tutto. Il particolare telaio nel quale sono racchiusi sia il Synergy IIi che il Model 312 è frutto di una scelta prima di tutto tecnica. Gli chassis disegnati da Jeff Rowland per l'occasione, infatti, denominati ad 'H non risonante', impediscono alle vibrazioni meccaniche indotte di trasmettersi sui circuiti. Tale approccio è importante non solo mentre l'elettronica sta riproducendo la musica, ma anche nei momenti di silenzio (la musica è fatta anche di silenzi, e nella corretta progettazione di un'amplificazione è necessario tenere ben presente questo aspetto), nei quali l'energia accumulata dal contenitore potrebbe 'scaricarsi' sui circuiti, creando distorsioni e artefatti maggiormente udibili rispetto ai momenti di pieno orchestrale, e che di certo non appartengono al 'silenzio'! Dotato di 5 ingressi e 2 uscite esclusivamente bilanciate (ma sono forniti a corredo due sbilanciatori per ingressi/uscite sbilanciate) il Synergy IIi è un preamplificatore in due telai con alimentazione separata.
Nella parte preamplificatrice sono presenti i controlli per la commutazione degli ingressi, di volume e balance, mentre nella sezione d'alimentazione fa bella mostra di se il display blu a segmenti e alta visibilità che denuncia il livello di volume. Attraverso un cavo pentapolare fornito a corredo, è possibile collegare l'alimentatore al preamplificatore vero e proprio; una ulteriore uscita di alimentazione è presente e si rende necessaria per dare energia al preamplificatore phono Cadence, nel caso si voglia collegare un giradischi al Synergy IIi. Quest'ultimo permette anche l'aggiustamento del livello d'ogni ingresso, per bilanciare correttamente i vari volumi, ed è anche dotato di un telecomando molto compatto ed elegante, dal quale è possibile assumere il pieno controllo dell'apparecchio. Il finale Model 312 è un enorme monolite dal peso ragguardevole (più di 30 kg) ed è realizzato con grande cura sotto ogni punto di vista. Provvisto di un sistema proprietario di filtraggio della tensione di rete, il Model 312 è dotato di ingressi bilanciati e sbilanciati, e di morsetti serra-cavo per i cavi di potenza di qualità elevatissima. La massima corrente di picco fornita è maggiore di 45 Ampere per un fattore di smorzamento superiore a 1000: questi 'numeri', permettono al Model 312 d'alimentare qualsiasi diffusore senza nessun problema.

Un sogno ad occhi aperti
Ascoltare un'accoppiata del genere è senza dubbio un privilegio unico. E' ovvio, però, che amplificazioni di questo rango devono essere messe in grado di funzionare nel migliore dei modi, curando tutti i dettagli, a partire dal tavolino in cui le si colloca; per ciò consigliamo la nuova serie Hyperspike di Solidsteel. Non di meno i cavi di interconnessione e potenza, che devono essere scelti tra i migliori; nel catalogo Audioquest troviamo alcune scelte praticabili. Per il trasporto del segnale, da sorgente a pre e da pre a finale caldeggiamo i Ceetah, gli Extreme Sky o gli Horizon, tutti bilanciati, mentre per le connessioni di potenza si possono utilizzare i cavi delle serie Double Star Quad o meglio Earth Feature. Le sorgenti da collegare ad un sistema simile devono poi essere selezionate con grande oculatezza, si potrebbero preferire i top di gamma della serie Esoteric o il tre telai della Jadis, mentre per i diffusori, consigliamo con grande trasporto tutta la Serie 800D di Bowers & Wilkins o le Nautilus. Ma veniamo alle note d'ascolto, che non possono essere altro che entusiastiche. Ciò che colpisce è la grande naturalezza, mista a dolcezza e allo stesso tempo alla implacabile perentorietà nella riproduzione, che dona al messaggio sonoro una impronta unica e irripetibile. Un suono di cui si rimane affascinati, perchè ogni minimo dettaglio, all'interno del messaggio, possiede una sua dinamica, un suo spazio, un suo pronto venire alla luce per poi decadere naturalmente. Ecco: è come se questa accoppiata desse la 'possibilità' a qualsiasi nuances di essere riprodotta esattamente per quello che è, senza che subisca la minima influenza da parte degli altri suoni in quel momento presenti. Allo stesso tempo, però, il tutto assume anche un'incredibile amalgama. Questa accoppiata Jeff Rowland, infatti, non è radiografante in modo assillante come sono invece alcuni suoi concorrenti, ma tende anzi all'omogeneità e al non permettere che nessun particolare spicchi tra gli altri. Non è certo facile immaginare un tipo di riproduzione, che se da una parte consente la 'libera espressione' d'ogni particolare e strumento, dall'altra amalgami con tanta spontaneità il messaggio. Sembra una contraddizione in termini, ma così non è. Il punto, infatti, è un altro. Questo sistema, dà 'semplicemente' la possibilità di lasciarsi andare alla musica, perdendo ogni controllo razionale, e facendosi quindi conquistare intimamente dal messaggio sonoro, e ciò senza che all'attenzione razionale giunga nessun particolare innaturale. Nel momento in cui si riacquista la 'razio', tornano all'evidenza le individualità, i dettagli, e con la 'testa' l'ascoltatore può apprezzare singolarmente tutti gli strumenti. Ma è poi il trasporto a prevalere, il piacere dell'ascolto. E allora, magicamente -soprattutto per il Model 312 davvero ingombrante- è come se tutto scomparisse. C'è solo musica davanti a noi, di qualsiasi genere, di ogni tipo. Synergy IIi e Model 312 amano qualsiasi genere, e fanno di tutto per nascondersi, per non influenzare affatto ciò che stanno amplificando. Un compito arduo, ma da veri 'amanti' della musica.

Conclusioni
Chi può permettersi una accoppiata del genere è senza dubbio un uomo fortunato. E chi, meglio ancora, può consentirsi tutto ciò che vuol dire possedere una siffatto binomio, e quindi -lo abbiamo detto- cavi di alta qualità, tavolini speciali e ottimi diffusori, allora godrà della vera essenza della musica e del piacere che ne consegue. Un ascolto 'libero', senza vincoli di nessun tipo, e senza restrizioni. 'Consigliare' Jeff Rowland Synergy IIi e Model 312 è davvero semplice, poterseli permettere è un po' più difficile, ma non impossibile!


L'intervista
Mr. Jeff Rowland

Ai nostri 'microfoni' Jeff Rowland in persona, uno dei miti viventi dell'amplificazione di qualità. Non è stato facile raggiungerlo, visto che egli segue personalmente ogni fase progettuale e realizzativa delle proprie creature e nulla, o quasi - se non la sua KTM - lo riesce a distogliere. Siamo comunque riusciti a 'estorcergli' questa piacevole intervista.

Gammadelta: Tu sei uno dei più geniali progettisti di elettroniche al mondo. Hai sempre avuto questa passione?
Jeff Rowland: Si, da sempre. Ho sempre amato progettare con passione, pazienza e qualche volta con inspirazioni creative, come nei miei amplificatori finali alimentati a batterie, per esempio. Il mio obbiettivo è stato sempre quello di ottimizzare ogni aspetto e soprattutto di creare l'ambiente giusto per far funzionare ogni componente, sia passivo che attivo.
Gammadelta: Qualche critica ti è stata mossa, sia in passato che nel presente, riguardo i componenti che utilizzi per le tue realizzazioni, non sempre considerati allo stato dell'arte.
Jeff Rowland: Molte volte mi è stata mossa questa critica. Ma è necessario capire che non è importante quale componente si usa, ma come lo si usa. Nel mio modo di vedere le cose, non esiste nulla in nessun campo, e in questo caso nell'audio, se non messo in relazione alle altre parti. Il centro del problema è la relazione tra i componenti, non quel componente in se; un ottimo progettista deve creare un disegno che metta al centro dell'attenzione l'integrazione dei componenti tra loro. In quel caso si crea quella magia, quell'alchimia particolare, che fa si che un oggetto suoni bene. Ed è per questo, per esempio, che utilizzo sempre o quasi, i trasformatori di disaccoppiamento.
Gammadelta: Nel tuo catalogo non sono mai esistite sorgenti, come mai? Tra i tuoi progetti c'è anche quello, in futuro, di progettare e realizzare una sorgente digitale?
Jeff Rowland: No, per adesso almeno no, in futuro non lo so. La mia passione, oltre la musica, è progettare sistemi di amplificazione che abbiano il massimo rispetto di quest'ultima. Mi 'limito' a frapporre sempre tra l'ingresso dei miei apparecchi, pre o finali che siano, e il circuito attivo, un trasformatore che renda l'accoppiamento con la sorgente la migliore possibile.
Gammadelta: Qual è la tua filosofia di progettazione, e come si sposa con la tua passione per la musica?
Jeff Rowland: Credo che siamo molto vicini a stabilire una correlazione rigorosa tra le misure e la qualità della riproduzione, quindi il risultato finale. Una tra le cose più importanti nella progettazione di un dispositivo audio, è il rispetto del silenzio. La musica non è fatta solo di note, ma anche di pause tra queste. Il mio obbiettivo è quindi quello di progettare circuiti semplici, in cui i componenti attivi, integrati o transistor poco importa, possano tornare più velocemente possibile al silenzio. Questo lo realizzo tramite disegni lineari, perchè mi sono accorto che circuiti complessi per quanto facciano bene a certe misure o al marketing, immagazzinano molto più facilmente energia, che viene rilasciata nel momento sbagliato, e che certo musica non è. Anche il lavoro sui telai e lo sviluppo di quello a 'H non risonante' proviene proprio da un approfondimento riguardo l'aspetto del silenzio. E' ovvio che il telaio deve essere costruito in modo da non accumulare energia.
Gammadelta: Come avvengono le fasi di progettazione? Ti avvali di un team di ingegneri?
Jeff Rowland: No, in verità faccio tutto da solo, in modo da mantenere pieno controllo della situazione; so che è un punto di vista molto particolare, soprattutto in questi tempi, ma ha anche i suoi lati positivi. Il mio lavoro, alla fine, è molto simile all'artigianato puro, più che alla produzione industriale. Poi è ovvio che la produzione la demando completamente, altrimenti non ce la farei!
Gammadelta: Una ultima domanda. Hai praticamente esplorato tutte le tecniche e le combinazioni possibili per amplificare un segnale audio. Hai in mente qualche altra soluzione geniale?
Jeff Rowland: Sono molto orientato verso i nuovi modelli di amplificazione in classe D. Ci sto studiando molto sopra e lavorando sodo. Soluzioni, si ne ho, se siano geniali sarete voi a dirmelo.