Il piccolo miracolo




B&W CM1




Un diffusore rivoluzionario e destinato a ridisegnare gli standard qualitativi dei diffusori bookshelf. Senza dubbio il miglior compromesso tra prestazioni, dimensioni e prezzo attualmente disponibile in commercio.






Bowers & Wilkins non è 'solo' la serie '800, acclamata a vario titolo come la più grande rivoluzione nella storia moderna della riproduzione elettroacustica. Ma è anche, e questo lo ha dimostrato più volte nel corso dei quarant'anni di attività (che si celebrano proprio quest'anno), un produttore di diffusori dall'imbattibile rapporto qualità/prezzo, che hanno rappresentato, nelle varie tappe dell'evoluzione della musica riprodotta, una sorta di 'miracolo' tecnico-economico. Le CM1 sono forse la massima coniugazione di questo concetto, essendo dei diffusori di dimensioni estremamente compatte progettati e costruiti da una parte con un occhio attento al prezzo, ma dall'altra utilizzando il capace bagaglio di esperienza ad ampio spettro che solo un produttore come B&W può mettere in campo.

Il caso voluto
Le CM1, da qualsiasi parte le si voglia esaminare, appaiono attualmente la massima espressione tecnica e sonica per un diffusore di dimensioni compatte; e quello che potrebbe sembrare una sorta di 'caso' o di piccolo miracolo, è invece il frutto di studi e sperimentazioni lunghe e dispendiose, che hanno portato B&W a realizzare un insieme praticamente senza precedenti. Ciò è semplicemente dovuto al fatto che il costruttore inglese non lascia mai nulla al caso, e ogni altoparlante, ogni componente, ogni vite e dettaglio è ottimizzato in funzione di quel particolare progetto e di quella specifica 'alchimia'. Già, qualsiasi cosa con un forte valore espressivo, con quello che sovente nei nostri tempi viene definito come 'valore aggiunto' non è mai -o quasi mai- frutto di un caso, ma del lungo lavoro di gente appassionata, di grande esperienza e di gusto. Così vengono fuori oggetti che non fanno solo gridare al miracolo tecnologico-gli altoparlanti delle CM1 sono praticamente ideali alle misure- ma che hanno una loro valenza al di sopra e al di fuori del dato numerico, e soprattutto resistono inesorabilmente al tempo. In Bowers & Wilkins, vogliamo ribadirlo, nulla avviene a caso, e la stessa cura viene posta in ogni progetto, da quello ambizioso e no-compromise della serie 800 che ha portato quei diffusori a calcare le scene degli Abbey Road Studios, degli studi Lucas Film o dei Royal Opera House Studios, fino a prodotti meno ambiziosi dal punto di vista economico/prestazionale come queste CM1 ma nei quali B&W ha profuso lo stesso identico impegno a tutto campo.

Pochi centimetri
Le CM1 sono davvero piccole, misurando 28cm di altezza x 16,5 cm di larghezza e 27,6cm di profondità. Disponibili in 3 varianti di legno naturale (wenge, palissandro ed acero), ad esse è destinato anche uno stand, l'FS-CM. I componenti utilizzati sono studiati -lo abbiamo ampiamente ribadito- espressamente per le CM1 e si compongono di un mid/woofer da 13cm e di un tweeter con cupola in alluminio da 2,5cm. Il Kevlar, materiale che costituisce la membrana della sezione bassi, è una delle roccaforti del costruttore inglese, che lo ha adottato fin dai suoi albori, da quando veniva utilizzato solo nei giubbotti anti-proiettile; adesso è comunemente impiegato nella realizzazione di trasduttori audio. Il midrange FST a bordo della serie top '800 è in Kevlar ed ha una conformazione simile a quella del mid/woofer a bordo delle CM1. Il tweeter si avvale della tecnologia Nautilus ed è dotato di un condotto atto ad assorbire l'emissione posteriore del componente. La massima coniugazione di questa tecnologia la vediamo impiegata nei tweeter della serie '800. Altra importante caratteristica dei diffusori CM1 è il tubo di accordo in bass-reflex, dotato della tecnologia Flowport, un altro brevetto di Bowers & Wilkins atto a diminuire drasticamente le turbolenze al passaggio dell'aria. Il filtro cross-over, poi, con taglio a 4 kHz tra i componenti è semplicissimo nella sua realizzazione e offre una pendenza di taglio di 6 dB/oct. Tale grande semplicità è dovuta alla perfezione dei componenti adottati e garantisce le massime prestazioni sonore.

Un ascolto entusiasmante
Le CM1, all'ascolto, tutto sembrano meno che dei mini-diffusori. Ciò che colpisce, in prima battuta, è un basso profondo e modulato, che mai ci si aspetterebbe da un mid/woofer di 'soli' 13 cm. Ciò stupisce, sbalordisce, lascia attoniti; non sembra possibile una tale emissione da un diffusore poco più grande di una scatola di scarpe. Appassiona, poi, il controllo della nota grave, molto difficile da ottenere con un mini monitor, ma che non sembra affatto impensierire queste CM1. La porzione media e alta è poi un aspetto senza dubbio vincente; la voce è ariosa e molto stabile e tutti gli strumenti, con ogni musica, trovano una loro collocazione spaziale. Anche nei generi più impegnativi le CM1 sanno ben districarsi, riuscendo nel difficile compito di essere trasparenti e mai affaticanti anche a volumi di ascolto sostenuti. Un'altra freccia nell'arco di questi mini-monitor è appunto la tenuta in potenza, davvero incredibile se si pensa alle dimensioni del mid/woofer. Ci preme sottolineare, soprattutto per il pubblico neofita, che nonostante le prestazioni di queste CM1 siano 'rivoluzionarie', ci troviamo comunque di fronte a un diffusore di piccole dimensioni, e da esso non si può certo pretendere la profondità e la modulazione del basso tipiche di una cassa da pavimento. Certo è che le CM1 'fanno di tutto' per far dimenticare il fatto che sono dei mini-monitor!

Conclusioni
Le CM1 sono il nuovo standard per mini-diffusori. Con esse tanto l'appassionato neofita, quanto il navigato amatore di musica e impianti, potrà godere di una riproduzione 'quasi' senza compromessi. Alle CM1 possono essere accoppiate elettroniche di molti livelli diversi di prezzo; grazie infatti alla loro innata eufonicità, riusciranno nel difficile compito di essere sempre piacevoli e mai affaticanti. Il prezzo di acquisto appare infine conveniente, soprattutto se messo a paragone con l'elevato 'valore aggiunto' intrinseco del prodotto.