Lo specchio di Cassandra




 




La leggenda narra che il Dio Apollo era innamorato di Cassandra, figlia di Priamo ed Ecuba. Egli aveva promesso d'insegnarle a indovinare il futuro, se ella avesse acconsentito a concedersi a lui. Cassandra accettò lo scambio, e ricevette le lezioni del dio; ma, una volta istruita, si sottrasse a lui. Allora Apollo le sputò in bocca, ritirandole non il dono della profezia, ma quello della persuasione. Pierre Grimal Enciclopedia dei miti - Ed. Garzanti






Nel nostro stravagante mondo della riproduzione musicale v'è un aspetto che mi ha sempre intrigato: la fissazione di molti tecnici e audiofili per il famoso confronto A-B, la convinzione, ossia, che per 'capire' come suoni un impianto bisognerebbe avere la possibilità del passaggio immediato fra l'ascolto dell'impianto A e quello dell'impianto B, considerando questa metodica la sola che permetterebbe di valutare, con precisione, la bontà delle due catene o dei due prodotti in analisi.
Sono da sempre convinto che dietro questo modo di pensare vi siano gravi distorsioni, responsabili di fuorvianze e fraintendimenti.
Cercherò, allora, di fare una esemplificazione che, anche se molto 'ingombrante', dovrebbe aiutare a capire il significato profondo di quello che voglio dire.
L'esempio, purtroppo, è un po' osè e forse turberà qualche spirito benpensante, ma è l'unico che ho trovato per rendere, senza infingimenti e con chiarezza, l'idea di ciò che voglio esprimere.
Applicare il metodo A-B fra due impianti per capire quello che 'va meglio', è come fare all'amore con due donne contemporaneamente, volendo acclarare quale delle due sia quella 'con la quale si sta meglio', argomentando che in siffatta maniera è possibile avere confronti e riscontri immediati.
Io mi scuso con il gentil sesso per l'accostamento: paragonare una donna ad un impianto (o un impianto ad una donna!) è sinceramente e decisamente poco corretto, e spero che mi si vorrà perdonare l'affronto, ma onestamente dietro a questo esempio così tirato per i capelli, forse e possibile intravedere significanze molto, molto importanti.
Nell'istante nel quale ci si colloca a confrontare due impianti si è, per forza di cose, già indirizzati a cogliere le differenti sfumature timbriche, o di qualsiasi altra natura sostanziale, e si è, automaticamente, nell'impossibilità di pensare alla Musica!
Il distinguo sembra molto sottile, ma non è così: la differenza è macroscopica. In parole povere potremmo dire: o si ascolta la Musica o si ascolta l'impianto.
Se, nell'esempio imbarazzante, si è attenti alle 'prestazioni' proprie o delle partners, cosa cavolo volete si possa capire di cosa sia una vera unione, un vero rapporto fra due esseri!
Il dramma (e questo è un tipico problema culturale che in questi poco felici tempi tristemente esplode...) è che, tornando a parlare di riproduzione, le sciocche considerazioni di quattro tecnici, portano sulla cattiva strada frotte di semplici appassionati che, magari per la prima volta, si avvicinano a questo stupendo mondo della riproduzione musicale.
La differenza tra un impianto e l'altro sta nella possibilità e nella capacità, tramite il mezzo, di evocare (proprio nel senso etimologico di ex-vocare: chiamare fuori) la Musica!
Dobbiamo avere chiarissimo questo passaggio perchè altrimenti non ci possiamo capire: ricercare la Musica non vuol dire verificare la risposta in frequenza e tutte le altre solite specifiche tecniche. Ascoltare la Musica vuol dire farsi permeare dallo spirito della Musica, ascoltare la Musica vuol dire godere delle vibrazioni che essa induce, ascoltare la Musica vuol dire correlare ciò che ci fa vivi con ciò che fa viva la Musica. La relazione fra la Musica e l'oggetto che la suscita (dovremmo dire: e la cultura dell'artigiano che plasma l'oggetto...) è misterica ed affascinante e può rappresentare un campo di indagine ricco di risultati inimmaginabili.
Sta di fatto che una Musica raffinata, elegante e coinvolgente abbisogna di un impianto raffinato, elegante e coinvolgente.
Ero pochi giorni fa a Salisburgo ad un concerto dei Wiener e mi commuovevo nell'indescrivibile ascolto: quella sonorità, quell'inviluppo, quello spirito che traluce tra quell'aria che vibra è ben altra cosa dalla semplice aria che vibra. L'aria sarà il mezzo attraverso il quale quelle malie arrivano al nostro orecchio ma, per favore, mai confondere la lettera con lo spirito di ciò che è scritto nella lettera!
Per tornare, poi, al nostro scabroso esempio iniziale, il fatto stesso che ci si ponga nel desiderio e nella condizione di sperimentare il doppio rapporto, ci spinge già su strade diverse; vi sono anni luce di distanza fra l'unione di due esseri che diventano uno solo e la banale 'ginnastica' di due o tre corpi che mimano scioccamente l'atto fondamentale della generazione umana. Lo so che ora tanti poveri giovani (e anche non più giovani) prima s'accoppiano e poi, forse, si innamorano, ma non è detto che, se anche tutti facessero così, non si debba cercare di fare il possibile per riportare le cose in ambiti che sentiamo imprescindibili.
Pensate, nel nostro mondo della riproduzione, quanto quella malnata idea del confronto A-B abbia contaminato e corrotto gli ascolti di generazioni di appassionati: le famose centraline di commutazione, che hanno fatto strage negli anni trascorsi (oggi, per fortuna, solo qualche 'mercatone' o negozio di finta alta fedeltà si ostina a usare ancora simili immondi mezzi...) ne sono la tragica testimonianza.
Nell'ambito umano, realizzare un vero rapporto tra due persone, a mio avviso, vuol dire avere, nella totale umiltà, dedizione e partecipazione la volontà di sciogliere, stemperare e trasformare il nostro essere nella comunione con un altro essere; v'è una totale integrazione che fa si che l'uno non sia più l'uno e l'altro non sia più l'altro. V'è un qualcosa che, appunto, trascende e distrugge il soggetto e l'oggetto per farne cosa nuova.
Così davanti al vero ascolto della Musica non si deve pensare minimamente al mezzo che la riproduce, alle frequenze, agli alti ed ai bassi e a quant'altro costituisce l'ossatura critica di tante recensioni audiofile, non si deve pensare a nulla: si assapora semplicemente la Musica. A mio avviso è importantissima la volontà con la quale ci si pone 'davanti' all'evento, perchè se si prende una strada non si può percorrerne un'altra. Se ci si mette ad ascoltare per sentire le differenze timbriche, si ascoltano solo le differenze timbriche; se ci si mette ad ascoltare per sentire la risposta dei bassi o quant'altro, siamo sempre e solo mentalizzati e inchiodati nella misura delle quantità e non abbiamo la libertà spirituale per collocarci nella degustazione di tutto ciò che è Arte e, pertanto, siamo inibiti a qualunque possibilità di ascoltare la Musica.
Il nostro 'sperimentatore' che pretenderebbe di scegliersi la donna giusta, quando si colloca nella situazione che abbiamo descritta, non è in grado arrivare da nessuna parte, perchè quel tipo di prova lo colloca già in un mondo altro, dove non v'è la possibilità di approcciare il rapporto meraviglioso: lui si è già intrappolato e spappolato in una condizione che, proprio per la metodica di scelta, non può contemplare l'ineffabilità dell'unione felice. Sento insorgere da lontano, a queste mie affermazioni, il brusio brontolante di tutti coloro che bramano sensazioni forti ed esperienze piccanti...
Io penso che a questo mondo ognuno può fare, nel suo limite, quello che vuole, ma personalmente esigo, nella mia necessità di ferrea logica, che si sappia cosa volere!
Lo so anch'io che molti giocano con la riproduzione sonora e il loro unico piacere e cambiare impianto vendendo e comprando componenti; lo so anch'io che per molti l'unico sommo gaudio è parlare e sparlare di prodotti, prezzi e sconti; lo so anch'io che per molti la cosiddetta alta fedeltà è un gioco dove la riproduzione della Musica è un optional a volte per nulla indispensabile e l'unica cosa che conta è cambiare suono sperimentando la diversità, ma tutto ciò non riguarda minimamente i miei assunti e la mia introspettiva ricerca.
Che ognuno faccia la sua strada: io, ovviamente, Vi propongo la mia.

Lorenzo Zen