La voce del padrone




Denon AVC-A1XV




Summa tecnologica delle ricerche del costruttore giapponese in fatto di amplificazione e decodifica audio/video, il Denon AVC-A1XV è destinato a ridisegnare gli scenari degli amplificatori top di gamma, grazie a prestazioni e versatilità assolutamente fuori dal comune.






Indubbiamente Denon è in una posizione privilegiata tra i costruttori di elettroniche in ambito audio/video, visto che ha saputo conquistarsi, a suon di successi, una forte credibilità tra gli appassionati e questo sia per l'indubbia qualità dei prodotti sia per le continue innovazioni introdotte a tutti i livelli. Dai sintoamplificatori fino ai DVD player, Denon ha sempre spiccato con modelli di qualità assoluta (il DVD-5000 per tutti che, a sei anni dalla sua introduzione, viene ancora additato come una sorgente di riferimento) e con innovazioni effettivamente utili. L'AVR-3805, per esempio, è stato il primo sintoamplificatore a introdurre la taratura automatica di livello ed equalizzazione dei canali surround attraverso un microfono esterno e soltanto successivamente tutti gli altri costruttori ne hanno seguito le orme. Potremmo continuare ancora per molto ma non vogliamo rubare spazio all'AVC-A1XV che rappresenta non solo il top della gamma Denon ma, attualmente, l'amplificatore A/V più 'dotato' in commercio.

Muscoli e fascino
L'AVC-A1XV non può certo definirsi 'snello' o leggero: i suoi 44kg di peso e un pannello frontale a dir poco generoso denunciano, senza ombra di dubbio, la caratura dell'apparecchio. Del resto, uno tra gli impressionanti dati di targa di questo maxi amplificatore è la potenza di uscita che si attesta su ben 170W con tutti e dieci i canali in funzione. L'imponente pannello frontale è caratterizzato, come sempre in casa Denon, da due blocchi funzionali: uno superiore con i comandi di volume e selezione ingressi e al centro il display, e uno inferiore con un grande sportello che cela tutti i comandi secondari. Un integrato come questo non teme confronti in quanto a versatilità e conta input per ben tredici sorgenti stereofoniche (tra cui un Phono per il giradischi), quattro in/out per registratori audio/video e, infine, due in/out multicanale di cui una a dieci e l'altra 5.1 per la connessione di sorgenti audio ad alta definizione, come SACD e/o DVD-Audio.
Molto completo anche il parco connessioni digitale, con ben 11 ingressi (6 coassiali e 5 ottici) e 3 uscite solo ottiche.

Video da primato
Dal punto di vista video, l'AVC-A1XV è fornito di una impressionante pletora di ingressi di tutti i tipi. Dai semplici composito e SVideo fino al component (sia su RCA che su BNC) e alle interfacce digitali HDMI e DVI. L'imponente sezione video è governata dal chip Faroudja FLI2310 che provvede alle operazioni di deinterlaccio/duplicazione di tutte le sorgenti. Le uscite monitor-out sono, ovviamente, offerte in ogni standard: dal videocomposito e SVideo fino al component e DVI/HDMI, entrambi con presenza del segnale da e verso tutte le tipologie. Ultima chicca della sezione video è la sua completa sostituibilità; la particolare costruzione e la sistemazione all'interno del cabinet sono state, infatti, ingegnerizzate in modo da prevederne l'asportazione per onorare eventuali futuri up-grade.
Molto interessante è anche la gestione delle sezioni finali e degli ingressi/uscite audio e video che consentono di alimentare fino a due zone completamente indipendenti. Sarà quindi possibile, se si utilizzano nella zona principale un massimo di sei sezioni finali, utilizzare le restanti quattro per alimentare diffusori presenti in altre stanze e, parimenti, sfruttare le uscite video e audio predisposte per la zona due e tre. Nulla vieta, comunque, di sbizzarrirsi utilizzando bi-amplificazioni passive per tutto il fronte anteriore e ottenere così il massimo della qualità.

Versatilità senza confronti
A una dotazione di ingressi così folta, sfaccettata e, ovviamente, in grado di coprire davvero ogni esigenza utilizzativa, si contrappongono dei menù di gestione OSD semplici e intuitivi che permettono ogni tipo di operazione. Dall'assegnazione dei nomi agli ingressi, l'associazione tra le sorgenti audio e quelle video fino alla gestione spicciola dell'apparecchio, il Denon è capace di guidare facilmente anche l'utente meno esperto attraverso il display e il dispositivo di visualizzazione a cui verrà collegato.
Una delle più grandi particolarità, introdotte in assoluto anticipo su tutta la diretta concorrenza dall'AVR-3805, è il rilevamento - e la successiva correzione- dell'acustica ambientale per mezzo di un microfono fornito a corredo.
Il sistema a bordo dell'AVC-A1XV è un ulteriore affinamento rispetto a quello dell'AVR-3805 (Gammadelta n.2) e prevede la possibilità di effettuare la rilevazione in un massimo di otto punti di ascolto diversi (Denon consiglia di utilizzare almeno sei zone) che daranno seguito a una correzione ambientale e a un aggiustamento di ritardo e livello dei vari diffusori praticamente perfetti: in questo modo riuscirà a tirare fuori il meglio da ogni diffusore e da ogni ambiente.
Per quanto riguarda il comparto decodifiche, ne sono garantite tutte le possibili e immaginabili: dai semplici Dolby Digital e DTS fino a Dolby ProLogicIIx, Digital EX, DTS ES, DTS 96/24 e tutte le combinazioni THX, quindi Ultra2, Surround EX e THX post Processing in abbinamento al DD e al DTS.

Costruzione assoluta
L'AVC-A1XV ha una costruzione di livello assoluto, con un telaio in lega di grandi proporzioni che ospita tutte le varie circuitazioni ed è costruito in modo da eliminare ogni problema di interferenza sia a livello elettrico che meccanico. La sezione di alimentazione annovera sei trasformatori separati che forniscono energia in modo completamente indipendente alle varie parti dell'amplificatore. Le grandi alette di raffreddamento, necessarie per lo smaltimento del calore sviluppato, sono ospitate ai lati e dietro il pannello frontale mentre nella parte sottostante prendono posto le alimentazioni e i complessi circuiti di decodifica e gestione dei molteplici ingressi audio. Appena si smonta il coperchio superiore, infine, è visibile tutta l'elettronica di controllo della parte video, dove troneggia il chip Faroudja (Genesis) di deinterlaccio/duplicazione e i molteplici chip di decodifica e gestione. Ma il gran numero di chip blasonati non si esaurisce certo con il Faroudja, visto che sono chiamati in causa a vario titolo, i DSP SHARC a 32 bit e una batteria di otto convertitori D/A audio Burr-Brown a 24 bit/192 kHz che lavorano in modalità differenziale e video a 12 bit/216 MHz.

Ascolto
Questo 'maxi-integrato' riuscirà a soddisfare anche i palati più esigenti, grazie a prestazioni davvero ragguardevoli in termini di qualità e di quantità. Vogliamo dire, con questo, che la considerevole potenza a disposizione permette un ascolto a tutto tondo senza assolutamente nessun problema sia sul fronte musicale (soprattutto in modalità 'Pure Direct') che su quello audio/video. Inoltre, le eccellenti prestazioni dei decoder digitale/analogico e di gestione degli ingressi video permettono all'AVC-A1XV di diventare una insostituibile centrale multimediale, in grado di assolvere in modo egregio qualsiasi funzione venga richiesta. Dal punto di vista video, per esempio, è sembrato eccellente, a nostro avviso, il lavoro svolto dai circuiti di deinterlaccio, duplicazione e switching. Altrettanto ottima la gestione dei segnali digitali, dei processori DSP e dei tools di taratura automatica che riescono in modo eccellente ad adattare i diffusori posseduti con l'acustica della stanza. Ciò permette di poter ottenere sempre il meglio dal proprio impianto in generale, e dall'AVC-A1XV in particolare.

Conclusioni
Un amplificatore audio/video di riferimento, con ottime capacità di appagare richieste e aspettative. Dalla decodifica fino a sllo switch e al trattamento del segnale video, dai tools di taratura automatica alle capaci sezioni di potenza l'AVC-A1XV ha dimostrato doti di livello assoluto, ponendosi in una posizione di supremazia rispetto a tutta la diretta concorrenza.
Il prezzo, seppur elevato, è solo una conseguenza di quanto offerto, vista anche l'ineguagliabile versatilità, non riscontrabile neanche nei più sofisticati abbinamenti pre/decoder-finali separati.