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Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta gli Steely Dan produssero alcuni album considerati ancora oggi tra i più alti esempi di pop jazz di tutti i tempi. Titoli come 'Aja' (del 1977) e 'Gaucho' (del 1980) restano l'emblema della più accurata ricerca formale, degli arrangiamenti hi-tech e della più ossessiva perfezione strumentale.






Per fortuna a tanta tecnica ha sempre corrisposto anche una grande qualità musicale, ed è per questo che tali album sono entrati nella storia della musica ponendo il gruppo capitanato da Walter Becker e Donald Fagen nell'olimpo dei producers.
Sotto il piano puramente audiofilo segnalo che di 'Aja' è stata pubblicata in passato una versione CD Original Master Recordings (credo fuori catalogo al momento) mentre di 'Gaucho', oltre alla verione rimasterizzata in CD tradizionale, è stata pubblicata nel 2002 una versione con audio DTS surround 5.1 (solo import) e nel 2004 una versione ibrida CD e SACD disponibile sul mercato italiano. Ed è proprio sulla versione SACD che abbiamo concentrato le nostre attenzioni, mentre la versione con audio DTS ci è servita solo in termini di paragone. Prima di tutto c'è da dire che 'Gaucho' suonava molto bene sia in vinile (in particolare quelli della MCA americana) che nelle edizioni CD, merito sicuramente di un'attenta cura in fase di registrazione (il produttore Gary Katz era un vero maniaco della perfezione). Però è in questa nuova versione SACD che possiamo riascoltare il capolavoro degli Steely Dan in tutto il suo splendore artistico e sonoro. Per chi come me conosce il disco praticamente a memoria in ogni suo passaggio, l'ascolto in SACD surround è a dir poco esaltante. Il senso di pienezza del suono, l'ambienza e la distribuzione spaziale degli strumenti è davvero sorprendente: si riscoprono arrangiamenti e strumenti prima nascosti dai difetti dei supporti o poco valorizzati in fase di mastering. Con il SACD il suono è diventato esplosivo in fatto di dinamica (base ritmica a prova di vicinato!) e decisamente più naturale e definito, in particolare sulle voci e sui fiati. Ogni singolo strumento appare molto ben posizionato sulla scena sonora e la disposizione stessa (non bisogna dimenticare che il mix 5.1 prevede ben 5 diffusori più il sub) appare molto godibile, senza quegli effetti 'ping pong' di alcuni dischi surround. Il segnale sui 2 canali posteriori contiene molti passaggi e questo impone una scelta quasi obbligata: non devono infatti essere sottovalutate le elettroniche e i diffusori ad essi adibiti. Ricordo che il SACD per sua natura necessiterebbe di 5 diffusori identici più il sub, anche se - immagino - per un front end di alto livello le cifre in ballo sono spesso molto elevate. Questo aspetto, seppur doloroso in fatto di investimenti, non può essere trascurato e lo stesso discorso vale per il centrale e le caratteristiche dell'amplificazione: in sintesi l'audio multicanale derivato dal SACD (o dal DVD audio) richiede molta attenzione e investimenti ma le soddisfazioni all'ascolto, vi assicuro, sono davvero infinite. Mi scuso per la divagazione (in fondo questa è una rivista per audiofili) e torno all'ascolto di 'Gaucho': la voce di Fagen appare in prevalenza sul canale centrale e sinceramente non l'avevo mai sentita così pulita e naturale.
Anche le voci dei cori femminili sono straordinarie per limpidezza e posizionamento sulla scena. E' evidente il grande lavoro di remastering e l'accuratezza nella realizzazione del mix surround. All'ascolto della versione SACD stereo si riscopre la vecchia disposizione spaziale dei suoni ma la qualità del suono rimane inalterata rispetto al surround, anche se è difficile tornare 'indietro' dopo aver goduto della spazialità del mix 5.1.
La cosa che più sorprende è paragonare le precedenti versioni in CD con il SACD: la parola giusta è incomparabile! Dinamica e pulizia del SACD sono stupefacenti rispetto al vecchio CD (che sembra chiuso, 'inscatolato'), anche se ascoltando la traccia CD del disco ibrido SACD si scopre una qualità di gran lunga superiore a quella delle vecchie edizioni. E' evidente che il remastering per il SACD giova enormemente anche al suono del CD tradizionale. Un ultimo paragone lo faccio con il CD con audio DTS 5.1 (che può essere riprodotto solo in presenza di decoder con DTS da un CD player collegato in digitale o lettore DVD). In questo caso il mix surround appare identico alla versione SACD ma in fatto di definizione, pulizia e dinamica il suono di questo supporto DTS è di gran lunga inferiore. Si tratta di un remaster 20 bit DTS che appare ormai obsoleto rispetto ai più recenti DVD Audio ad alta risoluzione (fantastici quelli EMI con mix DTS 96/24).
E' probabile che questa serie verrà rimpiazzata dai nuovi DVD Audio magari in formato Dual Disc.
Per il momento un consiglio: non perdete 'Gaucho' in SACD!

Marco Fullone