HD Low Cost




DVDO Edge




Il DVDO Ede è il primo processore video low-budget dalle prestazioni entusiasmanti. Grazie al prezzo molto conveniente e alla sua compatezza sarà partner irrinunciabile di molti display e proiettori digitali, riuscendo a migliorare, in modo sensibile, le prestazioni video di qualsiasi sorgente.






DVDO by AnchorBay è una azienda oramai radicata nel settore video-processing. Da molti anni produce 'black-box' di grande spessore e con prestazioni allo stato dell'arte, senza mai dimenticare il rapporto qualità/prezzo, da sempre cavallo di battaglia di DVDO.
Con questo EDGE, il costruttore americano ha compiuto un vero di miracolo, essendo quest'ultimo un processore video/switcher di ultima generazione capace di prestazioni che è poco definire entusiasmanti, e ad un prezzo molto conveniente. Si inserisce alla base di un catalogo piuttosto ricco di alternative, che vede dall'entry-level VP-20 fino al top di gamma VP-50 Pro quest'ultimo di fresca introduzione e dalle prestazioni assolute.

Tutto
Con l'Edge si rinuncia a molto poco della versatilità dei fratelli maggiori, visti i numerosi ingressi video analogici di cui 1 component/RGBs 1 component/ RGBs/RGBHV, 1 SVideo e 1 composito, per la parte digitale 6 HDMI 1.3, di cui 5 sul pannello posteriore e uno su quello anteriore, 5 ingressi audio, di cui uno analogico L/R, uno coassiale e 4 ottici; le uscite sono poi altrettanto numerose, con 1 video HDMI audio/video, 1 HDMI solo audio e una ottica per i sintoamplificatori non dotati di gestione audio su HDMI. Gli ingressi audio sono assegnabili via software a quelli video, per la massima facilità di gestione. L'EDGE, quindi, oltre ad essere un processore video, il cui intervento approfondiremo tra poco, è anche un comodo switcher audio/video con sensing automatico dell'ingresso attivo (commuta automaticamente il primo ingresso che trova con segnale presente), capace di accogliere e smistare qualsiasi sorgente, convertendola, poi, -e qui siamo già nel campo dello scaling del segnale video- alla risoluzione in uscita scelta dall'utente, e coincidente con quella del dispositivo di visualizzazione.

Processore video
Non è facile, a meno di parlare con video-lovers competenti in tecnica o professionisti, far capire l'importante e strategica funzione che svolge un processore video. In fin dei conti quando si acquista un display o un proiettore questi ultimi sono già dotati di ingressi sia analogici che digitali ovviamente selezionabili e di un processore interno. Ma allora a cosa serve questa 'scatoletta', spesso tanto costosa e solo 'apparentemente' poco utile ? Ogni display digitale -lo accennavamo- è dotato internamente di un processore video, dato che tali dispositivi per funzionare hanno bisogno di un segnale al loro ingresso che sia progressivo (e non interlacciato come capita con molte sorgenti oggi a disposizione, dal DVD al decoder SAT) e che corrisponda, come numero di pixel orizzontale x verticale, esattamente alla risoluzione della matrice di cui sono dotati. Un segnale PAL standard per esempio ha una definizione di 720X576 punti interlacciati. Tale segnale, cablato su un qualsiasi dispositivo digitale come un proiettore, un LCD o un plasma, verrà trattato (conversione i/p) per renderlo progressivo e poi corrispondente al pixel con la risoluzione del pannello (up o down scaling).
Facendo un esempio con un moderno LCD da 1920X1080 punti, i circuiti video in ingresso a tale dispositivo dopo aver reso progressivo il PAL 720X576 (comunemente chiamato 576i) e quindi convertito in 576p, lo amplieranno fino al 1920X1080 nativo del pannello, inventando praticamente metà dei punti di risoluzione, inesistenti nel segnale originale. Tale lavoro non solo è estremamente oneroso, ma necessita di una velocità di elaborazione e calcolo spaventosi. I dispositivi interni ai pannelli LCD/plasma o proiettori svolgono il compito in modo a volte modesto, altre discreto, ma mai possono arrivare alla capacità e all'accuratezza che offre un processore esterno. Per effettuare queste complesse operazioni sul segnale video, i processori utilizzano degli algoritmi, una sorta di 'ricetta magica' del tutto analogica -semplicemente perchè sviluppate dal genio umano-, che indica ai circuiti del DVDO Edge come fare la conversione da interlacciato a progressivo e lo scaling. Ed è sulla bontà di questi algoritmi che si gioca tutta la differenza. In casa DVDO si chiamano VRS e sono frutto di anni di studio del costruttore nel mondo del video, e in grado di fare la differenza.

Alcune differenze
Tra l'EDGE e i top di gamma senza dubbio corrono alcune differenze. La prima sostanziale disuguaglianza è il tipo di processore utilizzato. Mentre nei VP50 pro, per esempio, vengono spesi dei costosi FPGA, ovvero micro-processori ri-programmabili, nei quali si memorizzano in modo permanente gli algoritmi VRS, -con conseguente possibilità di ri-scrittura tramite aggiornamento software-, nell'EDGE ciò non è possibile, e quindi il processore, dal punto di vista degli algoritmi, nasce e muore così com'è.
Questo non vuol dire che non si possono fare aggiornamenti in generale, ma questi ultimi valgono esclusivamente per i menù di gestione e interfaccia.
Oltre al display sul pannello frontale dell'apparecchio, e la cui assenza impedisce anche la navigazione nei menù se non da OSD a video, l'EDGE perde anche i test patterns, i profili personalizzati per i vari display che possono essere collegati, la possibilità di intervenire sui parametri delle immagini e il modo 2,35:1.
Mancano poi all'appello le certificazioni THX e la ISF; le frequenze di rinfresco video a disposizione sono solo 3 (24/50/60 Hz) e non in un range tra 24Hz e 72Hz e mancano, infine, uscite triggers e video analogico. Dal punto di vista della visione, invece, le prestazioni 'di massima' dell'EDGE sono del tutto assimilabili ai fratelli maggiori.
La differenza tra la presenza e l'assenza del processore è drammatica, a favore dell'EDGE -ovviamente- rispetto a qualsivoglia processore interno presente nei moderni display e proiettori. E' tutto a migliorare in modo drastico, dalla colorimetria, alle basse e alte luci, fino alla profondità delle immagini, che sembrano letteralmente venire fuori dallo schermo. I segnali a bassa risoluzione appaiono come 'miracolati' dall'intervento dell'EDGE, che riesce a dare corpo e pienezza anche a segnali con risoluzione nativa molto modesta, come i PAL da digitale o analogico terrestre. Soprattutto con il DVBT si perde quell'eccessivo e innaturale contrasto tipico di questo tipo di emissione, che rende tutte le immagini piatte e poco naturali, a favore di una maggiore sensazione di tridimensionalità e profondità di campo. Anche i colori sono molto più vividi e stagliati, rendendo la visione più naturale e riposante.

Conclusioni
L'EDGE è una intelligentissima contrazione verso il basso dei top di gamma di casa DVDO. Non si possono fare regolazioni fine, e quindi non sono effettuabili tarature personalizzate 'al centesimo', ma il lavoro 'faticoso' di deiterlaccio e duplicazione fino alla risolzione del display o proiettore che utilizziamo, è effettuato in modo magistrale, nello 'stile' di casa DVDO. Questo EDGE, quindi, appartiene a quelle magiche scatolette nere che non possono mancare a casa di chi è anche minimamente rispettoso della qualità video. Un ottimo regalo di Natale da farsi....