Una Benz da cross




Benz-Micro Wood S-Class




La nuova famiglia di testine Benz-Micro è costituita dalla linea S-Class. La Wood Body S Class è, suddivisa nelle versioni SL (bassa tensione di uscita), SM (media tensione uscita) e SH (alta tensione di uscita, ed è contraddistinta dall'adozione delle nuove soluzioni tecniche elaborate e perfezionate negli anni da Albert Lukaschek, fondatore della Casa svizzera (Benz Swiss).






Queste si racchiudono in due definizioni forse un po' criptiche per i neofiti, ma relativamente significative per gli audiofili: Dynascan e Gyger S. Il Benz Dynascan è una 'tecnica' che associa sinergicamente più scelte progettuali, tese ad aumentare la complianza e la capacità di tracciamento, due proprietà fondamentale che deve possedere un fonorivelatore per raggiungere il massimo delle prestazioni. La complianza e la 'trackability' - all'inglese - tengono sotto controllo la distorsione che può prodursi quando lo stilo viene ad incontrare dei microsolchi incisi con elevata modulazione, quindi fisicamente difficili da seguire. L''agilità' dello stilo e del cantilever (l'astina che supporta il diamante di lettura, in questo caso in boro, rigido e leggero) devono essere di un'entità sufficiente a fare lo 'slalom' tra i solchi senza aggiungere elementi spuri al segnale audio registrato. Fenomeni di 'mistracking' (lo stilo fatica a seguire le modulazioni del solco), il solco sporco, deteriorato, mal inciso, possono produrre alti tassi di distorsione, possono sottrarre informazioni musicali o inficiarle fortemente. La velocità di modulazione, inoltre, è quella che produce il 'suono', la tensione di uscita destinata allo stadio RIAA (Record Industry American Association) che 'riequalizza' il segnale prima di consegnarlo a quello di preamplificazione. Va da sè che l'aspetto cruciale è quello dell'interazione esistente tra forma dello stilo (nel nostro caso abbiamo il tipo Gyger S, agile ed analitico come pochi altri), il cantilever - dove i parametri di lunghezza e rigidità sono decisivi - ed il sistema che collega esso all'equipaggio mobile, costituito dall'insieme bobine e magneti, incrociati tra loro. I rapporti elettro-magnetico ed elastico, le dimensioni, le forme ed i materiali sono studiati sia nelle caratteristiche intrinseche e singolari, sia come assieme in regime dinamico, con le conseguenti interazioni. Senza approfondirci troppo nello specifico e nel linguaggio tecnico (difficile anche a farsi: Lukaschek è geloso del proprio lavoro e non ama troppo la 'comunicazione'), è più utile mirare al sodo, ed il sodo è un gioiellino custodito in un piccolo scrigno di legno dal quale emerge, praticamente invisibile, la punta di un diamante: è la Benz-Micro Wood S-Class M2.

Un sistema stellare per un suono solare
Il Modello Wood S-Class M2 ha un corpo in radica, avvolgimenti Dynascan, stilo Gyger S in grado di produrre una salutare tensione di uscita pari a 0.8mV ed una forza di appoggio (tracking weight) compresa tra i 2 e i 2.5 grammi. Impedenza di carico di 47 kohm. Per ascoltarla l'abbiamo montata su un braccio Pro-ject Evolution 12cc, in fibra di carbonio, con cuscinetto imperniato e antiskating a gravità.
La base motore è la splendida Pro-Ject X-tension, la realizzazione più ambiziosa della Casa viennese con un look fascinosamente classico (anni Settanta). Telaio rigido, trazione a cinghia, piatto di massa ultraelevata. Lavorazione meccanica accuratissima, con stabilizzatore di rotazione incorporato (Speed Box II). Lo stadio phono è il Lehmann Silver Cube, il top di gamma del delizioso catalogo di Herr Norbert (Lehmann) con alimentazione separata, regolazioni fini per i parametri più importanti per fonorivelatori MM (magnete mobile) e MC ('moving coil', bobina mobile), anche se con la M2 è sufficiente lasciar sostanzialmente invariati quelli predisposti per un MM tradizionale. L'amplificazione è costituita dall'integrato Continuum 250 progettato & costruito dal Jeff Rowland Design Group, uno dei maggiori, storici produttori di audio High-End al massimo livello mondiale. E parlando di costruttori storici e audio stellare, viene a fagiolo la partecipazione dei compatti quanto ammalianti B&W Signature Diamond, due preziose creature a tiratura (sic) limitata che racchiudono, in una forma di alto industrial-design dal gusto vagamente 'retro', il meglio del musicalità B&W, frutto 'anche' della relativa, miglior tecnologia della Casa di Worthing.

Utilizzazione e note di ascolto
I dischi utilizzati, comprendenti sia edizioni 'audiophile pressing', sia copie commerciali prelevate con molta cautela dal proprio archivio personale, sono di vario genere, rappresentando quindi una buona panoramica universale dei suoni e delle registrazioni in circolazione. Le note complessive dopo ripetute sessioni d'ascolto è molto gratificante e nel senso che ci si può lecitamente attendere da un fonorivelatore di questa classe. Formidabile il tracking, privo di imprevedibili ed improvvide affilature della gamma altissima. Ventaglio armonico caldo ed avvolgente con una scena acustica realmente in 3D per declinazione dei piani sonori e della 'statura' acustica dei singoli strumenti. Microcontrasto e presa dinamica omogenea e sincronizzata tra le varie componenti, capace di trasmettere il senso del ritmo in modo efficacissimo e contagioso. Timbro da 'grande analogico', muscolare ed aggraziato al contempo, con una setosità ed una fluidità che il Digitale non sembra aver raggiunto in così lusinghiera guisa. E' una fortuna, oltre che business, che esistano - oggi - aziende come Pro-Ject e Benz: possono darci, restituirci sonorità che credevamo perse o inaudite, in forma ed efficacia totalmente appaganti. Insomma, 'Black Disc never die'.