Peter Gabriel
Sogni e realtà




Peter Gabriel Discografia 1986 - 2003




'... Più vado avanti e meno so. Riesco a trovare solo noi che respiriamo, solo noi che dormiamo, solo noi che sogniamo. E sento che mi chiami di nuovo a casa. Sto tornando di nuovo a casa...' Peter Gabriel Only Us da US






Nel maggio 1986 è pubblicato dalla Virgin So, un disco semplice e avvincente che si rivelerà un autentico boom commerciale con otto milioni di copie vendute in tutto il mondo. Sul frontecopertina il Gabriel che non ti aspetti, non più nascosto dietro il vetro di un'autovettura o con il volto sfigurato e deformato, ma in bella mostra con un'immagine in bianco e nero ed elegante look.
Un roccioso drumming introduce Red Rain, poi entra in azione la magnifica voce di Peter che riesce a farsi sentire su di una frastagliata struttura sonora che si basa su ritmiche molto possenti che decelerano solo nel finale. Riaffiora dalle acque dopo oltre un lustro Mozo, personaggio presente nell'espressivo e irreale Here Comes The Flood tratto da Peter Gabriel I: '... Lascia che la pioggia rossa ti bagni, lascia che la pioggia cada sulla tua pelle, vengo da te senza difese con la stessa fiducia di un bambino'. Il radiofonico Sledgehammer, uno dei brani trainanti dell'ellepi, è ben interpretato dal frontman e arricchito da una vivace sezione di fiati condotta con estro dalla tromba di Wayne Jackson, tra i preferiti di Otis Redding. Don't Give Up è un altro pezzo forte, malinconico duetto fra l'Arcangelo e la reginetta Kate Bush, pupilla del chitarrista dei Pink Floyd David Gilmour. Il pezzo, autobiografico, racconta di un uomo in grande difficoltà e in ansia per il suo futuro '... Non ho più grinta, o così sembra. Sono un uomo abbandonato da tutti i suoi sogni. Ho cambiato volto, ho cambiato nome. Ma nessuno ti vuole più quando perdi...' consolato dolcemente da una donna che lo invita a non mollare 'perchè hai degli amici, perchè non sei stato ancora sconfitto...'. La parte migliore del fragile That Voice Again è sicuramente quella introduttiva che rimanda, con i caratteristici fraseggi della dodici corde, al tipico sound genesisiano. Si gira il disco e sulla b-side troviamo In Your Eyes, momento di grandissima intensità. Questa splendida canzone d'amore dai lirici testi: 'Nei tuoi occhi, la luce e il calore. Nei tuoi occhi io sono completo. Nei tuoi occhi, vedo il portone di mille chiese', miscela abilmente melodie pop, tecnologia elettronica e sapori africani (efficace la presenza del vocalist senegalese Youssou N'Dour). Mercy Street impreziosita dalle percussioni di Djalma Correa è un sincero omaggio alla figura e all'arte della poetessa americana Anne Sexton suicidatasi nel 1974, mentre Big Time è traccia robustissima con i fiati e cori in evidenza. La tetra e paranoica We Do What We're Told, la cui prima stesura come Milgram's 37 risale addirittura al 1980, chiude di fatto l'edizione in vinile, ma nella versione in cassetta e in quella in compact-disc è presente il brano This Is The Picture già inserito nel 1984 con il titolo Excellent Birds nell'album Heartbreak della co-autrice Laurie Anderson.
Il 1989 è l'anno di Passion, straordinaria colonna sonora del discusso film di Martin Scorsese The Last Temptation Of Christ (L'ultima tentazione di Cristo) che sigla anche l'esordio dell'etichetta Real World fondata da Gabriel. Fin dal suggestivo opener The Feeling Begins emerge l'abilità del Nostro di riportare a nuova e viva luce antiche melodie provenienti soprattutto dall'Asia e dal Continente Nero, riuscendo a coinvolgere nell'avvincente progetto un'infinità di musicisti di varia estrazione musicale. Il doppio ellepi può essere, infatti, considerato come ideale punto di passaggio dalle sfrenate sonorità tribali pagane (A Different Train) a quelle meditative mistico-orientali (Gethsemane, Lazarus Raised) per approdare, infine, alla solennità della passione cristiana (With This Love, Passion). Proprio la title-track, il momento chiave dell'opera, è suggellata da una performance da brividi del soprano Nustrat Fateh Ali Khan doppiata da Gabriel e dal sempre più convincente Youssou N'Dour. Voci spirituali che prendono corpo e svettano su un variegato e misterioso tappeto sonoro generato da incessanti percussioni e dal gioco dei sintetizzatori, con il superbo intervento della cupa tromba di Jon Hassell.
Arriviamo così al 1992 quando Peter si riaffaccia sul mercato discografico con Us, co-prodotto dal fido Daniel Lanois. L'introduttiva Come Talk To Me, un'accorata e disperata invocazione di Gabriel alla figlia Melanie a comunicare con lui, si avvale del prezioso contributo vocale della bravissima Sinèad O'Connor. Nella struggente, anche se un po' scontata Love To Be Loved, il musicista inglese è alle prese con la valiha, un curioso strumento a corde del Madagascar. La successiva Blood Of Eden era stata inserita nelle sequenze del film di Wim Wenders Bis Uns End De Welt (uscito nel nostro paese con il titolo di Fino alla fine del mondo), ma inaspettatamente esclusa dalla colonna sonora. Questa nuova versione, ricantata e ritoccata in varie parti, appare inferiore alla precedente, penalizzata da fastidiosi e inutili cori al termine di ogni strofa, nonostante il valido contributo di Sinèad O'Connor. Troppo pretenzioso e stucchevole Steam (il video del brano vincerà un Grammy Awards nel 1993), mentre alte vette raggiunge Only Us, che ci riporta alle fascinose e intriganti atmosfere di Passion. L'accattivante Washing Of The Water è una sorta di spiritual dei nostri giorni per piano e voce: '... Fiume mostrami come rimanere a galla. Mi sembra di affondare. Pensavo di potercela fare, ma ora in queste acque i miei piedi toccheranno il fondo...'. Lo squisito Digging In The Dirt ha un andamento ripetitivo e ossessionante per sfumare in fasi più pacate nel refrain. Attrae Fourteen Black Paintings, mentre allegorie sessuali fanno capolino in Kiss That Frog, ispirata alla favola Il principe ranocchio. Chiude Secret World, uno dei momenti trainanti del fantastico tour mondiale di Us (immortalato nel disco Secret World Live pubblicato nel 1994) in cui l'ex frontman dei Genesis mette in mostra le sue indiscusse capacità in un incredibile show realizzato su due palchi separati, uno rotondo e l'altro quadrato (che riprendono idealmente la forma del logo del titolo dell'album), collegati fra loro da un ponte che Gabriel attraversa a bordo di una barca.
Dopo la metà degli anni Novanta l'artista inglese è impegnato alacremente con gli amici Genesis alla realizzazione del box quadruplo Archive 1967-75 edito nel giugno 1998. I primi due CD contengono una versione quasi integrale di un concerto del Lamb Lies Down On Broadway Tour ripreso allo Shrine Auditorium di Los Angeles il 24 febbraio 1975. Quasi la totalità dei brani è stata ricantata in studio dallo stesso Gabriel (per It addirittura si utilizza una base remixata che risale al 1974 su cui l'Arcangelo ha reinciso la sua voce), mentre Steve Hackett ha ritoccato alcune parti di Fly On A Winshield, Anyway e Tha Lamia, in quest'ultimo pezzo cambia anche leggermente la melodia. Il terzo disco - anche questo non esente da manipolazioni - contiene per la maggior parte della sua durata l'esibizione al Rainbow Theatre di Londra del 20 ottobre 1973. Il quarto mostra, infine, un ricco lotto d'inediti relativi al periodo '67-'69 a cominciare dalla versione di In The Wilderness senza la partitura degli archi di Arthur Greenslade. Il 25 ottobre 1999 è nei negozi la raccolta Turn It On Again - The Hits apprezzabile per la presenza di Carpet Crawlers '99, superlativa rivisitazione dello storico pezzo con Gabriel e Collins che si dividono le strofe cantando con un trasporto che non ascoltavamo da tempo. Nel giugno 2000 esce Ovo una fiabesca opera rock (ad ogni personaggio corrisponde un diverso cantante) contenente musiche scritte, prodotte e arrangiate per l'avveniristico spettacolo del Millenium Dome di Londra. Un campionario eterogeneo di world-music raccolto fra Asia, Africa ed Europa con l'aggiunta di ritmiche techno e sound industriale. In totale dodici episodi in cui spiccano l'esperto Ritchie Evans che raffigura il patriarca Theo, l'irlandese Iarla O'Lionàird e la splendida Liz Fraser dei Cocteau Twins. Gabriel è reale protagonista solo in due canzoni regalandoci vibranti emozioni nella ballata Father, Son - una composizione impreziosita dai fiati della Black Dyke Band che ricorda molto da vicino Family Snapshot inserito in Peter Gabriel III - e nell'incalzante funky The Tower That Ate The People, contraddistinto dalle ritmiche martellanti imposte dell'impeccabile bassista Tony Levin e dal drummer Manu Katchè. Ma è la corale Downside-Up il picco dell'affascinante e articolato progetto in cui abbiamo la possibilità di ascoltare anche la fantastica ugola incredibilmente gabrieliana di Paul Buchanan dei Blue Nile.
Il 2002 è l'anno dell'Arcangelo, tornato agli onori della cronaca con due album. Il primo è il commento sonoro della pellicola australiana Rabbit-Proof Fence, il secondo l'attesissimo lavoro in studio Up preannunciato addirittura nell'aprile del 1996 durante il VH1 Awards con la presentazione del brano Signal To Noise. Procediamo con ordine. Long Walk Home (in Italia è uscito come La generazione rubata) - ambientato negli anni Trenta - narra la vicenda realmente accaduta di tre giovani aborigene rapite alla propria tribù e recluse nella dura scuola del Prof. Fence (il cattivo di turno interpretato da Kenneth Branagh) dove venivano educate a diventare delle brave domestiche per ricche famiglie inglesi. La storia, a lieto fine, è incentrata sull'evasione della ribelle Molly Graig assieme alla sorellina e alla cugina e sulla lunga fuga nell'entroterra australiano, per ritrovare la via di casa, costeggiando la caratteristica barriera dei conigli. Le quindici tracce di Long Walk Home quasi interamente strumentali - in Gracie's Recapture e Cloudless sono in ogni caso riconoscibili i gorgheggi dell'ex Genesis - sono state realizzate manipolando e filtrando le voci della natura o canti di animali e tribali registrati dal vivo durante la lavorazione del film. Il tutto è stato arricchito da un'infinita serie di sovraincisioni che vede protagonista lo stesso Gabriel (piano, tastiere, surdu, clap sticks e drum programming) accompagnato dall'intero staff della Real World a cominciare dagli onnipresenti Richard Evans e David Rhodes e con il prezioso contributo della sezione d'archi della London Symphony Orchestra. Atmosfere a tratti incantate e ad ampio respiro che si alternano a partiture ansiose, sempre in perfetta sintonia con le immagini del film. Un lavoro coinvolgente, anche se inferiore allo score di Passion.
Ed eccoci al secondo disco. Nel giugno 2002 la Virgin dirama la track-list ufficiale del nuovo album in studio Up (che includeva Burn You Up, Burn You Down in seguito esclusa dalla scaletta) e il giorno dell'evento tanto atteso: il plenilunio del 21 settembre 2002. Dal precedente Us sono trascorsi dieci, lunghi anni. Gabriel ha nel frattempo ripagato l'estenuante attesa con alcuni concerti europei tra cui due sold-out all'Alkatraz di Milano. Up vede il vocalist nella veste di unico produttore, probabilmente perchè nessun producer al mondo avrebbe potuto reggere un tempo così lungo. Dieci le canzoni presenti, scelte tra centinaia di idee. Decisivo l'intervento di Tchade Blake al missaggio, un mix in verità con bassi troppo pompati a discapito degli strumenti. Immancabile la presenza della vecchia band (Tony Levin, Manu Katchè e David Rhodes) a cui si aggiunge una nutrita serie di ospiti tra cui il gruppo gospel The Blind Boys Of Alabama, la figlia Melanie ai cori, il ritorno di Daniel Lanois, Danny Thompson al double-bass e un piccolo cameo realizzato dal mitico Peter Green, indimenticato chitarrista degli storici Fleetwood Mac, che l'ex frontman dei Genesis ha indicato tra i suoi rocker preferiti dei 60's.
Gabriel ha spiegato come il termine Up vada letto nel senso di elevazione, sia fisica che spirituale. Nei testi si parla di oscurità e dolore, cercando la via migliore per uscire dal buio. L'iniziale Darkness è ricca di fasi articolate che contrastano le amabili aperture di piano e voce che ci catapultano indietro nel tempo sino ai primi Genesis. Tornano così i vecchi e amati temi favolistici, una casa nel bosco (il titolo originale del pezzo era proprio House In The Woods) abitata da un mostro dormiente, simbolo psicoanalitico delle nostre paure più recondite (Gabriel è stato a lungo in analisi). Ritmi incalzanti segnano Growing Up dove il protagonista esclama: 'Il mio fantasma ama viaggiare lontano nell'ignoto'. Sky Blue è il brano più vicino alle sonorità di So. La melodia incisiva lo renderà un classico tra i fan dell'artista inglese. La solitudine diventa quasi sopportabile grazie alla maestosità della natura e all'immenso cielo azzurro che ci sovrasta. Introdotta da un riff sullo stile del tema di James Bond, No Way Out si muove malinconica e riflessiva come la successiva I Grieve che ripete con sicurezza: '... La vita va avanti, nella gente che incontro...'. The Barry Williams Show attacca in maniera ironica certi programmi TV americani, in particolare il Jerry Springer Show dove gli ospiti, manipolati ad arte da un conduttore senza scrupoli, si danno botte da orbi in scena facendo crescere sadicamente l'audience. Il video, diretto dal noto attore Sean Penn, ha fatto discutere parecchio per il suo contenuto - il presentatore viene, infatti, letteralmente inondato dal sangue che spreme dai suoi ospiti - ed è stato trasmesso da MTV solo in seconda serata. Il fantasma di John Lennon è evocato in My Head Sounds Like This e tra le righe sembra di ascoltare l'inciso di Imagine, non citato tra i crediti. More Than This rappresenta la speranza. L'arrangiamento riprende le sontuose melodie e i suoni aperti che contraddistinguevano Red Rain con risultati decisamente accattivanti. Nella seguente Signal To Noise spiccano alcuni interventi vocali da brivido, ripresi durante un'esibizione live del 1996, del compianto artista pakistano Nusrat Fateh Ali Khan stroncato da un infarto nel 1997. Gabriel e Khan avevano collaborato per la prima volta in Passion per duettare successivamente nell'inedito Taboo incluso nella soundtrack di Natural Born Killers. La traccia conclusiva è The Drop, breve acustico per pianoforte e voce dove Peter Gabriel sfoggia un timbro particolare: '... Muovendomi lungo la fusoliera, verso la porta aperta ti scorgo mentre guardi fuori in basso per osservare cosa c'è. A uno a uno li osservi cadere, non hai idea di dove vadano se non giù...'. Il disco si chiude su queste note, rivelando ancora una volta la sua complessa struttura, a tratti di chiara matrice progressiva.
I concerti dell'estate scorsa durante il Warm Up Tour sono stati sorprendentemente caratterizzati da una scaletta sempre diversa e dal fatto che quei brani erano stati scelti dai fan di Gabriel tramite il suo sito. Una serie di spettacoli esaltanti, contraddistinti da una scenografia scarna ed essenziale, ma con un Gabriel in perfetta forma accompagnato dalla stessa line-up delle due tournèe precedenti con la sola eccezione della nuova tastierista Angie Pollock, brava anche ai cori. Eravamo in molti ad assistere al concerto di Roma del 3 luglio e tutti speranzosi che l'Arcangelo - la voce circolava nei vari siti - avrebbe preso parte qualche giorno più tardi (14 luglio) al concertone dei Genesis al Circo Massimo riunendosi ai vecchi compagni almeno nel bis finale di The Carpet Crawlers. Così non è stato, ma restiamo fiduciosi che Peter (assieme a Steve Hackett), in un giorno non troppo lontano, possa regalarci questo sogno.

Anselmo Patacchini



La discografia Peter Gabriel 1986 - 2003

Nella discografia abbiamo preso in esame tutti i 33giri/CD di Peter Gabriel pubblicati nel Regno Unito dal 1986 al 2003. Le valutazioni si intendono per dischi in condizioni M/M (Mint/Mint) e si riferiscono alla stampa originale.

L'album So (LP Charisma/Virgin PG5; quotazione attuale 15 euro) è stato pubblicato nel maggio 1986. Inciso ai Real World Studios di Bath in Inghilterra è stato stampato con una confezione a busta che mostra sul fronte il nuovo Peter Gabriel. Inner sleeve con i testi. La versione in cassetta e compact-disc di So contiene in aggiunta il brano This Is The Picture. La versione rimasterizzata in CD del maggio 2002 (Virgin PGCDX5) mostra una diversa scaletta.
Il doppio album Passion (2LP Real World/Virgin RWLP1; quotazione attuale 25 euro) inciso ai Real World Studios di Bath in Inghilterra è stato pubblicato nel giugno 1989. Confezione a busta. Inner sleeve con foto e crediti.
La raccolta Shaking The Tree - Twelve Golden Greats (LP Virgin PGTV6; quotazione attuale 15 euro) è stata pubblicata nel novembre 1990. La versione in musicassetta e quella in CD mostra nella track list quattro brani in più rispetto alla corrispettiva in vinile e un differente sottotitolo: Shaking The Tree - Sixteen Golden Greats (Virgin PGTVD 6).
L'album Us (LP Real World PG7; quotazione attuale 18 euro) inciso ai Real World Studios di Bath in Inghilterra è stato pubblicato nel settembre 1992.
L'album Secret World Live (CD Real World PGCD8, quotazione attuale 16 euro) è stato pubblicato nell'agosto 1994. Il materiale proviene dai concerti tenuti da Peter Gabriel al Palasport di Modena il 16 e il 17 novembre 1993.
L'album Ovo (CD Real World PGCD9; quotazione attuale 16 euro) inciso ai Real World Studios è stato pubblicato nel giugno 2000.
L'album Long Walk Home - Music From Rabbit-Proof Fence (CD Real World/Virgin 7423 8 12238 26; quotazione attuale 14 euro) è stato pubblicato nel giugno 2002.
L'album Up (CD Real World/Virgin PGCD11; quotazione attuale 16 euro) inciso ai Real World Studios e in Senegal e in Francia con gli studi mobili Meduse e Real World Mobile Recorder è stato pubblicato nel settembre 2002.
La raccolta Hit (CD Real World/EMI 07243 595237 29; quotazione attuale 16 euro) è stata pubblicata nel novembre 2003.