L'Orologio




Rolex Milgauss




Una vetrina sui grandi classici dell'orologeria scelti ed analizzati dalla più autorevole rivista di settore.






Che cosa hanno in comune un fisico, che effettua esperimenti sul magnetismo, e un appassionato di hi-fi, che ascolta musica vicino a un diffusore o a un altoparlante? Apparentemente niente, in realtà sono entrambi sottoposti a elevati campi magnetici.
Perciò, nel caso indossino al polso un orologio meccanico, la magnetizzazione del movimento potrebbe generare difetti e instabilità di marcia. Una fra le prime Case a pensare a realizzare un segnatempo espressamente per un utilizzo in ambienti con elevati flussi magnetici è stata la Rolex nel 1954. L'orologio in questione è il Milgauss, che deve il suo nome proprio all'unione della parole 'mille' in francese e Gauss, l'unità di misura dell'induzione magnetica, che indica una resistenza pari a 1.000 Oersted (unità di misura dell'intensità del campo magnetico nel sistema CGS). In che modo la Rolex ha ottenuto questo tipo di protezione decisamente alta, considerato che un orologio normale manifesta i primi malfunzionamenti già a 60 Oersted e non supera la soglia dei 100? La Casa ha innanzitutto utilizzato per il movimento tutte parti realizzate in una particolare lega antimagnetica e poi ha adottato un secondo fondello e un quadrante in ferro dolce per proteggere meglio il meccanismo isolandolo da qualsiasi campo elettromagnetico esterno. Nei primi anni di vita del Milgauss furono realizzate solo tre referenze, l'ultima nel 1966. L'orologio, infatti, non conquistò il favore del pubblico forse proprio per la sua caratteristica troppo specializzata e ben presto venne venduto solo su precisa ordinazione della clientela finchè, nel 1988, la Rolex decise di toglierlo definitivamente dai suoi listini ufficiali. Il 2007, però, è stato l'anno del grande ritorno, coincidente tra l'altro con il cinquantenario della sua nascita.
Questa nuova versione strizza l'occhio alle linee e all'estetica dell'ultimo modello realizzato nel 1966, la Ref. 1019.
La cassa è prodotta esclusivamente in acciaio ed è disponibile con quadrante nero con indici bianchi, quadrante bianco con indici arancio, e quadrante nero con indici bianchi e arancio. Quest'ultima declinazione presenta una novità: il vetro zaffiro, infatti, è realizzato in un'inedita tonalità 'verde giubilare'. Eredità della Ref. 6541, secondo modello storico del 1958 oggi particolarmente ambito dai collezionisti, è la particolare lancetta a saetta, che in quest'ultime versioni è sempre di colore arancio.
Passando ad analizzarne il cuore, il nuovo calibro automatico 3131 presenta interessanti soluzioni tecniche con lo scopo di migliorarne la resistenza ai campi magnetici, come l'ancora della scappamento realizzata in un nuovo materiale amagnetico. Inalterata, invece, rispetto ai suoi predecessori, la collaudata costruzione del secondo fondello in ferro dolce, composto da due sezioni avvitate all'interno della cassa. Insomma, i nostalgici di questo singolare modello sono stati accontenti da questa rentrèe in grande stile, decisamente più attuale ora per la sua peculiarità di quanto potesse esserlo nel 1954, considerato che al giorno d'oggi l'esposizione ai campi magnetici è sicuramente triplicata, a causa del progresso scientifico e tecnologico. Siamo sicuri, perciò, che la nuova produzione avrà decisamente un destino e una fortuna migliori.