Roba da ricchi




Bowers & Wilkins Signature Diamond




Un due vie di livello assoluto e del tutto originale per festeggiare i 40 anni del costruttore inglese. Tirato in soli 600 esemplari, Signature Diamond è stato progettato e costruito senza compromessi e suona come mai un due vie aveva suonato.






In Italia solo 25 saranno i fortunati a poterlo avere, per entrarne in possesso è necessario prenotarlo in uno dei rivenditori della Serie 800, e poi non resta che attenderne pazientemente la costruzione, fatta rigorosamente a mano. Qualcuno ha già provveduto.
Bowers & Wilkins ha sempre festeggiato i 'compleanni' più importanti, con un diffusore particolare, originale, diverso dal solito.
Di questa stirpe fanno parte molte realizzazioni di grande spessore che - praticamente sempre - oltre a festeggiare il costruttore inglese hanno anche rappresentato una importante innovazione tecnologica applicata all'elettroacustica. è il caso delle Silver Signature, delle Signature 30 e delle Signature 800 e di praticamente tutte le altre realizzazioni celebrative, che sarebbe davvero troppo lungo elencare. Ma questi Signature Diamond sono qualche cosa di più. Si prefiggono, infatti, non solo di divenire il riferimento assoluto nel segmento dei due vie Hi-End, ma anche di essere un oggetto - in quanto tale - del tutto esclusivo, dato l'esiguo numero dei pezzi prodotti e l'assoluta originalità del disegno. Solo 600 esemplari, infatti, sono davvero pochi se si pensa che la B&W è distribuita in praticamente tutti i Paesi industrializzati. Chi prenota i Signature Diamond in uno tra i rivenditori della Serie 800, conoscerà passo dopo passo la storia costruttiva della sua coppia di diffusori, la cui fabbricazione sta avvenendo in un arco temporale di circa 18 mesi, nei quali le casse saranno consegnate man mano che vengono prodotte e ovviamente secondo una lista mondiale di prenotazioni.

Tutto nuovo
Di primo acchitto i Signature Diamond lasciano attoniti, stupiscono. E purtroppo le immagini, per quanto suggestive, non rendono affatto giustizia agli oggetti. Chiunque le abbia viste, abbia potuto toccarle, ascoltarle, ne è rimasto profondamente colpito. Per disegnarle la B&W ha scomodato addirittura Kenneth Grange, che in passato aveva firmato realizzazioni celebri, come le leggendarie DM6. Ad affiancarlo per la parte elettroacustica John Dibb, uno dei massimi esperti di progettazione di diffusori a livello mondiale, e da tempo tra le fila del costruttore inglese. Sue, solo per citare alcuni esempi celebri, Signature 30 e Signature 800, e come anche molti diffusori di normale produzione.
Il risultato è ciò che vedete e che vi auguriamo di ascoltare: un due vie del tutto inusuale, con un woofer da 18cm caricato in bass-reflex con cono in kevlar, e un tweeter da 2,5cm in diamante sintetico. Alloggiato in un contenitore esterno disaccoppiato meccanicamente dal resto del cabinet, il tweeter è sistemato in un guscio di marmo (Grigio Carnica di Massa Carrara o in alternativa marmo Nero Belga), e promette una qualità di riproduzione senza pari. L'originale costruzione delle Signature Diamond è caratterizzata da una contaminazione di vari materiali, mai utilizzati insieme in un diffusore acustico, come l'alluminio di cui è fatto l'alloggiamento del woofer, accoppiato con il legno che costituisce il mobile vero e proprio. Legno che viene dall'Italia, selezionato in base alla venatura e alla forma, per meglio adattarsi alla modellazione del tutto 'non convenzionale' delle Signature Diamond, e che avviene nelle stesse presse Danesi (dove B&W ha una fabbrica specializzata) della Serie 800. Il filtro cross-over è minimale, i componenti di cui è dotato utilizzano oro e argento, e sono stati selezionati come i più 'ben suonanti' in commercio. A dire il vero l'intera progettazione del diffusore è avvenuta per buona parte a orecchio, impiegando certo gli strumenti e le metodologie che non mancano all'università del Suono B&W a Steyning, ma 'anche', forse soprattutto, la grande esperienza di Grange e Dibb, due tra le più acclamate icone viventi nel campo dell'ingegneria elettroacustica.

Ascolto
Diffusori del genere fanno innamorare. Non esiste nessun tipo di 'ancoraggio' tecnico a ciò che si ascolta. Qui non esistono preferenze per due o tre vie, per bass-reflex o cassa chiusa. Quello che si ascolta è musica. Null'altro. Di fronte a una tale bellezza riproduttiva nulla può essere detto e tutte le considerazioni cadono miseramente. Non c'è nessun parametro oggettivo a cui potersi appellare, nessun ricordo nè sensazione che possa essere utilizzata per confrontare questi gioielli con qualsiasi altro diffusore in commercio. Il suono della Signature Diamond è dolce, passionale, coinvolgente, caldo e allo stesso tempo estremamente ritmico e divertente. Nessuna coda sulle basse, che sembrano generate da un driver di ben altro diametro, ma con i vantaggi, soprattutto in termini di velocità, di un altoparlante relativamente piccolo come quello in dotazione alle Signature Diamond; lo spettro medio e
medio-alto sono poi semplicemente incredibili in quanto a ricostruzione, amalgama, scena sonora. Il cantante, la voce, è proprio davanti a te, si scorge lo spazio nel quale canta, l'aria che respira. è un po' come se ogni volta quell'artista, quel cantante, cantassero e suonassero solo per chi lo ascolta.
E allora tutto diventa emozione, stupore, tutto appare diverso da com'era stato con un altro sistema. Le Signature Diamond hanno un loro carattere, un loro modo di suonare, una loro interpretazione della musica, che deve essere vicinissima a quella 'naturale', visto che mai affaticano, mai stridono, mai sono troppo e nessun carattere eccessivo gli si può attribuire. 'Sono', semplicemente, come semplice, in fin dei conti è la loro configurazione. Due altoparlanti, un cross-over che quasi non c'è: è forse questa la via?

Conclusioni
Questi 'primi' 40 anni di B&W sono stati i più celebrativi in assoluto, visti gli splendidi frutti che hanno portato. Le Bowers & Wilkins Signature Diamond, regalo esclusivo di pochi, si faranno senza dubbio ricordare e per sempre suggelleranno l'importante compleanno del costruttore inglese. Riferimento assoluto e - ci auspichiamo - musa ispiratrice a prezzi più terreni di prossime realizzazioni derivate da questi piccoli gioielli, le Signature Diamond hanno stabilito un nuovo standard qualitativo tra i diffusori a due vie.



L'intervista
John Dibb

All'inizio della sua carriera John Dibb lavorava nel settore aerospaziale. Sono stati poi il grande interesse per la musica e per le riproduzioni musicali a portarlo verso l'industria del suono. John festeggia quest'anno il suo ventesimo anniversario alla B&W. Per tutto questo tempo, è stato responsabile della progettazione acustica di molti dei principali prodotti della B&W, in particolar modo del Silver Signature e del Signature 30 creati, rispettivamente, in occasione del 25&grad; e del 30&grad; anniversario dell'azienda, e lo è stato anche, ovviamente, per le Signature Diamond.

Gammadelta: Le Signature Diamond proseguono la 'saga' dei diffusori serie Signature. Cosa contraddistingue questi prodotti dalla normale produzione, dal punto di vista ingegneristico?
John Dibb: Si parte per creare un diffusore unico, è un punto di vista completamente diverso rispetto a una serie commerciale. Per il 25º anniversario della B&W con le Silver Signature che partivano dal presupposto di utilizzare l'argento e, cinque anni dopo, con le Signature 30 - i due progetti speciali a mia firma, oltre a queste Signature Diamond -, abbiamo messo a punto tecnologie sempre più innovative, perfezionando il lavoro già fatto in azienda.
Per celebrare il nostro ultimo anniversario, le Signature Diamond, nate dalle precedenti esperienze e dove il design di Kenneth Grange ha contribuito alla creazione di un prodotto unico, sotto tutti i punti di vista.
Gammadelta: Il cabinet del Signature Diamond è senza dubbio molto particolare. In che maniera questa sua particolarità contribuisce alla performance complessiva del diffusore?
John Dibb: Tutti i cabinet determinano delle risonanze più o meno estese e le conseguenti emanazioni acustiche involontarie del contenitore stesso deformano e colorano il suono. Il design creato da Kenneth Grange per il Signature Diamond ci è piaciuto molto proprio per le sue linee ricurve che, abbinate a una matrice di rinforzo, permettono di eliminare virtualmente tutte le risonanze residue.
Gammadelta: Parlaci degli altoparlanti che hai progettato per le Signature Diamond.
John Dibb: La progettazione al computer, unita alla grande esperienza fatta, ha consentito di ottimizzare molti parametri del mid/woofer, che ora può definirsi praticamente perfetto. La sua distorsione alle medie frequenze, per esempio, è ai livelli di quella dei nostri midrange FST. Il contenitore in marmo del tweeter, poi, che è un pesante blocco di marmo fisicamente isolato dal cabinet, ha permesso dei miglioramenti impressionanti. La cosa sorprendente è che, nonostante dal tweeter vengano coperte soltanto le tre ultime ottave delle dieci dello spettro acustico, il perfezionamento in termini di dinamica, risoluzione e apertura, grazie al contenitore in marmo, sembra estendersi fino alle basse frequenze.
Gammadelta: La B&W sottolinea spesso che i diffusori di sua produzione vengono 'accordati a orecchio'. Ma cosa significa esattamente?
John Dibb: La scelta finale dei componenti del cross-over è estremamente complessa. Accade spesso, soprattutto nel caso dei sistemi ad alta capacità di risoluzione, che dei filtri con parametri elettrici identici suonino in maniera differente. Ciò dipende semplicemente dal fatto che le nostre orecchie, e quindi il nostro cervello, possiedono una maggiore capacità di risoluzione e una differente sensibilità. La selezione finale dei componenti deve essere fatta, necessariamente, tramite l'ascolto, e non in un'unica stanza e con la stessa strumentazione, ma in più stanze possibili e con strumenti ausiliari appropriati. Questo è il motivo per cui la B&W, in fase di sviluppo dei diffusori, si è sempre concentrata molto sull'ascolto, indipendentemente dal costo.



L'intervista
Kenneth Grange

Kenneth Grange è uno tra i più noti designer industriali inglesi. Classe 1929, Kenneth ha frequentato la scuola d'arte di Londra accorgendosi da subito che il suo vero talento era il disegno. La sua carriera è infatti cominciata come scenografo alla BBC, ed è poi proseguita alla Kodak (suo il disegno della prima fotocamera 'Instamatic'), fino alla B&W. Molti dei suoi disegni sono diventati 'classici' del design contemporaneo, come i rasoi Wilkinson, svariate penne Parker, il locomotore 125 delle Ferrovie Britanniche. La collaborazione con B&W è iniziata nel 1976 con l'originalissima DM6, e le Signature Diamond sono la sua ultima creazione.

Gammadelta: La Bowers & Wilkins celebra quest'anno il suo quarantesimo anniversario e ha chiesto a te di creare qualcosa di completamente nuovo. Qual è stata la tua prima preoccupazione, visto che ne doveva derivare un prodotto assolutamente all'altezza di un evento così importante?
Kenneth Grange: Conosco bene la cura e la passione con cui viene sviluppato un prodotto, in ogni sua fase. La mia unica preoccupazione è stata quella di creare delle forme tramite le quali poter raggiungere le massime performance. Nessuna dinamica commerciale potrà mai far passare agli ingegneri la voglia di voler migliorare, sempre e comunque. Questo, in una società, è l'elemento più importante. Mi rendo conto che l'architettura e il modernismo si siano sviluppati solo negli ultimi 10 anni, attraverso case e ambienti moderni, e il cambiamento è stato piuttosto drastico. Tutto questo rappresenta un'opportunità per aziende come la B&W, è quasi una sorta di celebrazione del proprio successo. Rappresenta un altro obiettivo raggiunto e tutto ciò grazie al cambiamento dell'architettura nella società moderna. Sarei veramente contento se i migliori architetti del mondo capissero una volta per tutte che la qualità del suono può essere tranquillamente associata a un qualsiasi oggetto che possa risultare ai loro occhi un'opera d'arte da inserire nei loro ambienti artistici.
Gammadelta: Parlami delle forme che hai creato e dei materiali utilizzati.
Kenneth Grange: (Ridendo) Negli ultimi anni ci sono stati molti cambiamenti all'interno della produzione. Si è visto, per esempio, che il vetro può essere modellato. Credo anche che, in altri ambiti, stiamo cominciando a vedere ora che il cabinet di tipo tradizionale non deve più avere delle superfici piane. Sempre più spesso ci troviamo di fronte a strutture di legno piegato o modellato, all'interno di un qualsiasi oggetto esposto in casa. Cominciamo a vedere prodotti che sono un tutt'uno con lo spazio circostante, hanno più carattere, e rappresentano le potenzialità che esistono nel campo della produzione. Ero soddisfatto di poter proporre alla B&W una forma che avrebbe appagato a livello acustico i miei colleghi del laboratorio, ma che fosse anche un prodotto di eccellenza straordinaria, perchè ora è possibile produrre un cabinet tutt'altro che lineare, cosa che non era pensabile fino a 5-10 anni fa.
Gammadelta: Parlami dei materiali utilizzati e del livello di finitura, in questo caso elevatissimo.
Kenneth Grange: Le rifiniture e i materiali ora vanno di pari passo. Tanto tempo fa ho disegnato per la B&W un diffusore, che ho ancora a casa e che mi piace molto. è una colonna bianca, con una piccola scatolina sopra. è anche basculante. Questa cassa si è però rivelata un fallimento, perchè la vernice che veniva usata in quel periodo per le rifiniture non era di buona qualità e, di conseguenza, il colore sbiadiva oppure cambiava di tono. E abbiamo ancora molta strada da fare. Tra 20 anni, se affronteremo questo discorso, cosa che mi auguro, noteremo ulteriori grossi cambiamenti in molti oggetti di uso comune.
Gammadelta: Che materiali hai scelto per il Signature Diamond?
Kenneth Grange: Abbiamo creato un nuovo cabinet, utilizzando un materiale tradizionale che va benissimo a livello acustico. Il mobile stesso infatti è di legno tradizionale modellato attraverso presse speciali: è davvero un piacere guardarlo. L'altoparlante, che deve avere una superficie piatta, lo penetra. Mi innervosisce descrivere le cose che creo, in un certo senso delle vere e proprie sculture, anche se molto semplici. Il capolavoro è il tweeter. è stato creato un vero pezzo unico e, dal canto mio, l'ho reso una parte importante di tutto l'insieme utilizzando il marmo tradizionale, che è un materiale fantastico in termini di acustica. Assolutamente inerte ed eccezionalmente solido. Questo è un ottimo esempio di tecnologia, visto che oggi si possono fabbricare esemplari perfettamente uguali, grazie allo strumento computerizzato che viene usato per tagliare il marmo. Qualsiasi forma, anche complessa, è assolutamente ripetibile; ogni singolo esemplare viene realizzato in maniera perfetta e la qualità acustica risulta completamente conforme. Il marmo è, poi, un elemento sempre diverso dal punto di vista estetico: se hai in casa due Signature Diamond (e sei obbligato ad averle), significa che possiedi due housing del tweeter identici dal punto di vista della forma, ma del tutto diversi tra di loro e rispetto a qualunque altro pezzo di marmo al mondo.