Le vie del suono Stati Uniti




 




Ken Kessler è uno tra i più noti recensori di Hi-Fi a livello mondiale. Firma autorevole di molte riviste internazionali di settore in lingua inglese, tra le quali ricordiamo Stereophile (USA) e Hi-Fi News (UK). Oltre ad aver realizzato molti libri specifici sulla materia e scritto innumerevoli articoli, può definirsi a pieno titolo un vero appassionato di riproduzione musicale fin dai suoi albori, e rappresenta una delle icone viventi del settore, almeno dal punto di vista giornalistico. Acuto osservatore e grande professionista, coltiva molte altre passioni, tra cui orologi, vini e.. l'Italia..!






Supersize
Tre i fattori che rendono gli audiofili americani tra i più fortunati al mondo: prezzi più competitivi, maggiori guadagni, grandi stanze d'ascolto. Non è un caso se le casse e gli amplificatori di dimensioni più importanti vengono prodotti, o importati, principalmente negli Stati Uniti. E' vero che aziende come Tannoy, Quad, B&W, Sonus Faber, Chario così come la maggior parte dei produttori tedeschi, fabbricano sistemi da terra particolarmente grandi, singolare è che li vendano principalmente agli yankees.

Grandi spazi
Non bisogna essere geni per capire perchè. Lo spazio in America è spaventoso anche nei centri urbani che sfiorano i 30 milioni di abitanti. Per chi sceglie di vivere fuori città, l'acquisto di un immobile diventa, agli occhi di un europeo, un vero affare. Basta allontanarsi da Boston di appena 100 miglia che il costo delle case è meno della metà rispetto ai prezzi in Italia, Germania o Gran Bretagna. Con le possibilità di lavoro a distanza offerte da internet ci si può allontanare ancora di più e per cifre irrisorie è possibile addirittura prendere in considerazione l'acquisto d'ettari di terra.
Per quanto riguarda gli impianti, è risaputo che il potere d'acquisto degli americani è quattro volte quello degli europei. Perchè? Semplicemente perchè guadagnano praticamente il doppio spendendo appena la metà. Gli audiofili americani non sembrano aver risentito nemmeno del dollaro debole: continuano semplicemente a comprare apparecchi made in USA! Gli unici a soffrire il dollaro debole sono stati gli importatori.

Bassi extra
Di conseguenza gli audiofili americani ,con gli ampi spazi a disposizione e sistemi audio più performanti, sono stati condizionati ad accettare uno standard minimo che in Europa sarebbe già quasi un sogno. Al contrario degli inglesi che, diciamolo, avendo delle stanze di dimensioni ridotte sono diventati esperti nella produzione di casse acustiche piccole, gli americani si aspettano suoni profondi e bassi cavernosi anche da diffusori a buon mercato. Di fronte all'accusa di preferire dinamismi esagerati e la presenza di bassi, gli Americani replicano che non è vero. Loro ricercano dinamismi reali e bassi non esagerati, ma autentici.
Parallelamente alle casse acustiche, anche gli amplificatori sono di dimensioni maggiori, e di conseguenza gli impianti statunitensi emettono di regola un'elevatissima pressione sonora, specialmente quando sono gli americani stessi a produrre delle casse molto sensibili, come ad esempio Klipsch e Cerwin-Vega. Viene da sè che una cassa con una efficienza superiore ai 90dB/1W, abbinata ad un amplificatore da 200 o 300 W, anche in una classica stanza di 5 metri per 8, produce una qualità audio da concerto.
A paragone, in un 'cesso' inglese di 3 metri per 4, o in un appartamento dove il suono darebbe fastidio a tutti i vicini, tentare di riprodurre un suono simile non è nemmeno proponibile. Ecco quindi che gli americani possono permettersi livelli sonori elevati, più di chiunque altro.

A ognuno il suo
Proprio come per gli inglesi è importantissima la banda media e per i giapponesi il recupero dei dettagli e la velocità nei transienti, anche gli ascoltatori americani più esigenti hanno le loro fissazioni.
Più che in ogni altra nazione, negli Stati Uniti gli audiofili, gli appassionati di musica -dagli amanti di quella classica ai fanatici del rock- adorano la perfetta ricostruzione del sound-stage, e tutto ciò che questo implica: una forte immagine, un palco ampio e profondo, un senso di spazio e di 'aria', e il recupero di piccoli dettagli spaziali. Mentre per le casse italiane e inglesi di piccole dimensioni questo è un parametro abbastanza marginale, da quasi tutti i prodotti hi-end americani di successo, ci si aspetta abbiano un'immagine stereo assolutamente convincente.
Visto che i soldi sono l'ultimo dei problemi degli audiofili statunitensi, ecco che gli americani sono stati spinti a produrre meravigliosi accessori e a realizzare modifiche con meno disperazione degli inglesi. Questi ultimi sono invece costretti a sperimentare spikes, mobili porta elettroniche, mattoni magici perchè non possono permettersi di aggiornare i loro impianti con una certa regolarità. La maggior parte dei consumatori americani nella fascia alta, invece, cambia l'impianto hi-fi come si cambia un paio di calze.

Accessori?
Tutto ciò non li ha comunque fermati dal modificare i loro impianti! E per quanto riguarda gli accessori ridicoli, gli americani sono in grado di competere perfino con giapponesi e inglesi. Sono stati gli audiofili statunitensi a produrre una stupidaggine come gli orologi digitali per migliorare il suono, le penne verdi per i bordi dei CD, o i ganci per i cavi che passano dal soffitto ecc.
Il motivo del diffondersi di tale insensatezza è dovuto alla forza della stampa statunitense di settore, quella che una volta era chiamata 'underground'. Le riviste Stereophile e The Absolute Sound sono una guida lussuosa per il consumatore a livello mondiale, e ci sono una quantità di altre piccole pubblicazioni su abitudini tra le più astratte, di quanto si possa immaginare.

Non solo follia
Ma non è tutto eccessi e follia. Il revival del vinile deve molto agli americani sia per quanto riguarda la stampa sia per la riproduzione degli LP, e le aziende statunitensi hanno aperto la strada al mantenimento in vita dell'elettronica a valvole. Gli americani vantano inoltre le migliori aziende produttrici di cavi, realistiche e professionali, e hanno fabbricato tra i più raffinati sintonizzatori nella storia dell'audio. Il credo americano che 'tutto è possibile' rappresenta, per alcune aziende del paese, una realtà ancora attuale.
Ma soprattutto gli americani hanno dimostrato ciò che di solito è stato attribuito agli appassionati giapponesi e tedeschi. Per quanto se ne dica, infatti, non esistono consumatori più pignoli e seccanti degli americani. I diritti dei consumatori li hanno inventati loro, e mai accetterebbero un servizio scadente, poca affidabilità e una cattiva costruzione. Dobbiamo molto alle abitudini degli audiofili americani, che hanno costretto tutti i produttori a fabbricare apparecchi secondo i loro standard.

Ken Kessler