Le vie del suono: Gran Bretagna




 




Ken Kessler è uno tra i più noti recensori di Hi-Fi a livello mondiale. Firma autorevole di molte riviste internazionali di settore in lingua inglese, tra le quali ricordiamo Stereophile (USA) e Hi-Fi News (UK). Oltre ad aver realizzato molti libri specifici sulla materia e scritto innumerevoli articoli, può definirsi a pieno titolo un vero appassionato di riproduzione musicale fin dai suoi albori, e rappresenta una delle icone viventi del settore, almeno dal punto di vista giornalistico. Acuto osservatore e grande professionista, coltiva molte altre passioni, tra cui orologi, vini e.. l'Italia..!






E' tutta una questione di grandezza. E di soldi. Non ci dimentichiamo dei soldi. Considerate questo: l'audiofilo inglese raramente possiede una casa dotata di stanze enormi.
E se c'e l'ha, si può esser certi che l'arpia strega che si è sposato non gli fa installare il suo sistema stereofonico in nessuna delle stanze più grandi. No, signori: a lui è di solito permesso avere solamente qualcosa di non più di 3x4m.
Un armadio per scope glorificato.
Se è fortunato.
Poi c'e il prezzo dei beni di lusso in UK, rispetto al reddito disponibile. L'UK è chiamata 'Isola del Tesoro' dai produttori stranieri, perchè coloro sanno che possono far pagare a caro prezzo tutto quello che vendono. Qualsiasi cosa in Gran Bretagna è orribilmente cara, dal costo del petrolio fino a quello della pizza, quindi gli stipendi durano poco. Se sapeste cosa abbiamo pagato per una bottiglia di Tignanello! Con questi due limiti ben chiari, si può capire perchè l'audiofilo inglese è più intelligente e inventivo di tutti, e perchè sono stati i produttori inglesi a perfezionare l'altoparlante veramente piccolo. Di regola, infatti, gli audiofili inglesi ascoltano in campo vicino, spesso non più di 2m dalla linea dei diffusori, i quali sono generalmente distanziati di soli 2m - un infimo triangolo di 2x2x2m -.

Nessun problema di bassi
Ciò che probabilmente avete già capito, è che il basso non è un grosso problema per gli inglesi, perchè le stanze - e gli altoparlanti - non lo permettono. Quindi, molto tempo fa, quando i designer inglesi si sono trovati a dover progettare i primi prodotti per il mercato domestico, hanno dovuto creare altoparlanti con un basso di migliore qualità piuttosto che di maggiore quantità. E poichè le aziende più grandi hanno sempre creato prodotti con la speranza che la BBC li comprasse a migliaia, hanno utilizzato i requisiti richiesti da quest'ultima per i loro prodotti
(vedi le LS 3/5 n.d.t.).
Di conseguenza, intere generazioni prima dell'iPod - il quale ha trasformato la musica in un brusio aggravante - hanno conosciuto l'accuratezza nella gamma media, una riproduzione realistica della voce, e una superba ricostruzione scenica. Dopotutto, la maggioranza degli altoparlanti piccoli sono fonti virtuali.

La musica classica e la BBC
Un'altra influenza, sempre grazie alla BBC, è stata quella di una forte 'dieta' di musica classica non amplificata, trasmessa attraverso quello che era il miglior network di radio FM sul pianeta. Perciò, gli ascoltatori inglesi hanno da subito imparato anche ad apprezzare il realismo. Diversamente dai pregiudizi delle altre nazioni - i tedeschi amano l'iper-dettaglio e il basso secco, gli americani preferiscono il basso che travolge e un suono che è innaturalmente grande, eccetera - gli inglesi hanno appreso che meno è di più.
Meno colore, meno distorsione.
Poichè, lo abbiamo scoperto, il tipico audiofilo inglese ha una stanza piccola e si può solo permettere dispositivi di prezzo medio, ha imparato anche massimizzare le performance del proprio impianto attraverso la cura maniacale nell'installazione e tramite l'utilizzo di ogni tipo di accessori e dispositivi. Come mai il maggior numero di questi ultimi provengano dall'UK? E' vero, il Giappone, la Francia, gli Stati Uniti e la Germania hanno tutti quanti la loro parte di appassionati 'pazzi entusiasti', ma nessuno si avvicina agli inglesi per quel che riguarda punte, tavolini, spine, spazzole, detergenti, piattaforme, calibri, bilance, piedi, tappetini, liquidi, cavi, e altri dispositivi, che costano meno dei componenti interi.
Tanto tempo fa ho scritto che gli Americani producono i migliori beni di lusso, ma gli inglesi sanno come ottimizzarli. Quindi se consideriamo le abitudini di ascolto di questi ultimi, arriviamo ad una considerazione, che potrebbe includere tutti gli audiofili- non solo quelli in UK-: gli inglesi passano tanto tempo a migliorare il loro impianto quanto ne passano ad ascoltarlo. Come una nota, vecchia osservazione che dice: ' troppi audiofili hanno un sistema stupefacente con solo una dozzina di LPs, e tutti dischi di prova, per ascoltarlo'.

L'arbitro della qualità
Non si può generalizzare sui gusti musicali, e l'unica cosa che è cambiata dalla nascita dell'hi-fi d'alta qualità negli anni cinquanta, è l'utilizzo della musica classica come unico arbitro di qualità.
Molti audiofili (e critici) preferiscono il rock, jazz, blues, folk o altri generi, e l'ipotesi che solo la musica classica è meritevole di un ottimo sistema è illusoria.
Basta solo guardare i cataloghi di dischi delle case specializzate per capire quali artisti hanno inciso registrazioni che meritano di essere ristampati e rimasterizzati. Ma nel calcolo di costo dei sistemi, è il caso di considerare un altro aspetto che determina il profilo dell'audiofilo inglese: l'affinamento della sala d'ascolto. La famosa SME Music Room, costruita da Alastair Robertson-Aikman, esemplifica tutto ciò che l'audiofilo inglese potrebbe, fare se non fosse limitato dallo spazio o dalle risorse finanziarie.
La stanza misura circa 8x10m, con soffitti e un tetto che contiene 2000kg di cemento.
E' acusticamente senza difetti.
Ogni elemento è stato selezionato e modificato attentamente. E' stata concepita per avvicinarsi ad un piccolo teatro d'opera. Quando viene utilizzato a livelli elevati, il sistema 'scompare' e gli effetti spaziali sono così convincenti che si può 'vedere' la sala.
Tristemente, Alastair è morto ad ottobre, all'età di 82 anni e stava ancora migliorando il suo sound system fino alla fine. Questa è un'altra cosa degli audiofili inglesi: non si arrendono mai!

Ken Kessler